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“Carlo Borsani, quasi un corteo funebre: mancava solo la bara”

1 Maggio 2019

Come avrebbe mai potuto tacere Giancarlo Restelli, spettatore ieri della commemorazione di Carlo Borsani? Ecco così, oggi, Primo Maggio, le sue considerazioni sull'evento e un pensiero anche sulla odierna manifestazione sindacale. Tanti pensieri carichi di una forte ironia, che non mancheranno di aprire un nuovo confronto in città.


Ieri pomeriggio, 30 aprile, mi trovavo (come spettatore!) in via Gilardelli per il corteo in onore di Carlo Borsani. Qualche rilievo da parte mia.

Mi ha molto colpito il rituale seguito nel corteo. Prima di tutto l'orario: Concentramento alle 19.45! Partenza alle 20! (degni figli di quell'Italia in cui i treni arrivavano sempre in orario). E poi lungo il percorso facce truci alcuni (“non essere lombrosiano” – diceva la mia maestra… aveva ragione ma qualche volta viene la tentazione), facce “normali” altri ma soprattutto un gran silenzio rotto solo da un tamburo che ripeteva in modo ossessionante gli stessi colpi con lo stesso ritmo.

Insomma, un corteo funebre! Mancava solo la bara di Carlo Borsani e poi sarebbe stato un perfetto funerale 74 anni dopo.

Negli altri anni il corteo si muoveva di sera alla luce di fiaccole e così l'atmosfera lugubre aumentava.

Avrei preferito sentire cantare le gioiose canzoni del Ventennio. Ricordate “Faccetta Nera”? “Faccetta nera, bella abissina, aspetta e spera che già l'ora si avvicina..”; oppure “Giovinezza”: “Salve, o popolo d’eroi Salve, o Patria immortale! Son rinati i figli tuoi…”. Vi ricordate quanto era bella “La Sagra di Giarabub”? “Colonnello, non voglio il pane, dammi il piombo del mio moschetto!”. Neppure la canzone più famosa di Salò: “Le donne non ci vogliono più bene perché portiamo la camicia nera…” è risuonata in Corso Magenta!

Come mai i fascisti del Terzo Millennio non cantano più? Forse perchè sono rimasti senza fiato dopo aver ricorso non so quanti migranti per verificare la robustezza del “Santo Manganello” sul duro cranio africano?

Peccato. I “Fascisti del Terzo Millennio” hanno resettato (uso un'espressione da “Terzo Millennio”) le “belle” canzoni che i nostri bisnonni cantavano durante i mai dimenticati “sabati fascisti” e dopo generose bevute all'osteria.

Faccio un appello a “Legnano non dimentica” affinché mi segnali dove è ancora possibile in Italia ascoltare maschie ugole intonare con piglio romano le canzoni dei nostri bisnonni. Prometto di formare un Gruppo-Studio disposto a viaggiare per le italiche contrade.

Altro aspetto che mi ha colpito. Alla fine del corteo, arrivati in Largo Borsani (un cartello stradale seminascosto tra le foglie) nessun discorso. Eppure negli anni precedenti c'era il prof. Indelicato. Quest'anno niente.

Lo dico soprattutto per i vostri camerati: sono partiti da Milano e altrove sapendo che “C. Borsani è un eroe di guerra, medaglia d'oro, ucciso da partigiani” e sono ritornati a casa non sapendo altro che … “C. Borsani è un eroe di guerra ….”.

Dai! Se l'anno prossimo non trovate uno straccio di conferenziere, prometto che vengo io a parlarvi di Borsani (naturalmente è un battutaccia).

Per la cronaca Legnano ha avuto altre tre medaglie d'oro e continuare a dire che Borsani è l'”unico vero eroe di Legnano” vuol dire non conoscere la storia locale.

A Legnano abbiamo avuto il colonnello Aurelio Robino, ucciso eroicamente durante la Grande Guerra e Raoul Achilli, morto eroicamente durante la disastrosa ritirata dalla Russia. Ci sarebbe anche il partigiano Mauro Venegoni ma al cospetto di questa generosa italica prole non è un nome da pronunciare.

Alla fine del corteo c'è stato il triplice “Camerata Carlo Borsani, Presente!” con la mano destra al petto e non levata in forma austera nel saluto romano.

Sarà contenta l'Anpi Legnano che ha espresso l'augurio che “la commemorazione non abbia a trasformarsi in apologia del fascismo” (!)

Cerchiamo di capire. Una manifestazione di fascisti dichiarati, in stile fascista, in un'atmosfera cupa da 25 aprile '45 vissuto dai fascisti, con il triplice “Presente!” diventa “apologia del fascismo” solo se il braccio è levato? Altrimenti è tutto “legale”? Mala tempora currunt direbbero i latini..  

E' perché riferirsi sempre alla “Legge Mancino-Scelba” per l'apologia del fascismo? La Legge Scelba è del 1952 quando Mancino aveva 21 anni. Chiamiamole allora “Leggi Scelba-Mancino” contro l'apologia del fascismo. Un po' di correttezza storico-grammaticale, per favore!

Oggi invece ho partecipato (questa volta all'interno del corteo) alla manifestazione del Primo Maggio. Quante bandiere colorate e quante bandiere rosse! C'era la banda musicale che suonava “L'Inno del Lavoratori” e L'Internazionale” e la gente parlava, discuteva, ripeteva gli slogan in un'atmosfera di festa (anche se non c'è molto da festeggiare). E c'erano anche i bambini.

Domanda. Visto che per Borsani il più giovane aveva non meno di 20 anni, durante il Ventennio non sfilavano i Balilla e gli Avanguardisti? E le Piccole Italiane?

Mi viene da pensare che sia opportuno che io vecchio studioso del fascismo (quello vero) butti tutto in soffitta per “imparare” da questi giovani!

È sì… mala tempora currunt!

Giancarlo Restelli

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