Quantcast

Ricerca

» Invia una lettera

Mobilitazione popolare: “Una vigile partecipazione del cittadino”

6 Aprile 2019

Dopo le considerazioni di Giancarlo Restelli sulla manifestazione popolare di venerdì sera in piazza, voluta per criticare il comportamento della Giunta legnanese (qui il testo della lettera), ecco le repliche di altri lettori.
Ognuno porta la sua esperienza, le sue idee, il suo giudizio sulle vicende politiche locali.
Tutti stanno criticando il pensiero manifestato da Restelli, ma si dovrebbe comunque apprezzare la circostanza che ha saputo aprire un dibattito interessante e, almeno qui, corretto e frutto di importanti riflessioni.


Buon giorno Direttore, la prima lettura di stamane del suo quotidiano on-line, oltre alla cronaca della serata "consiliare", ha portato la mia attenzione alla lettera del prof. Restelli sul "cretinismo" nelle sue varie forme 

L'analisi cruda della situazione e le riflessioni che condivide con noi lettori, se ad una prima lettura porta ad allinearsi al suo pensiero per via delle logiche semplici che espone, questioni numeriche riferite al numero dei manifestanti, i preziosi riferimenti a Marx e i giudizi sulla politica tutta, letta con più attenzione fa pensare che sia un tentativo mal riuscito di ridurre a poca cosa ciò che è successo nella nostra Città.

Il professor Restelli, uomo di cultura, non può far credere che i moti, le manifestazioni si possano ridurre a cretinismi di coloro che credono che i loro gesti e le loro idee debbano, per contare qualcosa, misurarsi con il mondo tutto e con numeri mirabolanti. Questo modo di pensare probabilmente non era nella testa di Jan Palach o nello sconosciuto di piazza Tienanmen  e neppure nella testa del citato Leonida. La storia insegna che tutta l'evoluzione dell'uomo è si cresciuta in un contesto "sociale" ma fortemente segnata da storie di singoli uomini che hanno impresso direzioni le più diverse alla nostra civiltà. Contrariamente il professore avrebbe rischiato la disoccupazione. Sempre in tal senso ricordo che quest'anno si celebrano i 500 anni dell' "omo senza lettere" come era d'uso presentarsi quel signor venuto da Vinci. Uno, non una moltitudine.

Tornando quindi al tema più prettamente locale, cioè alla manifestazione di ieri sera, i trecento presenti probabilmente poco gradiranno i giudizi a loro riservati o altre considerazioni che li riguardano. Ognuno dei manifestanti era ed è per lo più animato dalla voglia di pretendere etica e serietà da chi deve governare il vivere quotidiano della Città. Al di sopra di chi in questo momento governa ci deve essere sempre una vigile partecipazione del cittadino.

Tentare di usare la propria cattedra e cultura per tacitare una nobile manifestazione (o una manifestazione sui nobili principi) di gente comune attenta alla politica, che sia di quartiere o della Città in cui vivono, pare un po' troppo. Il giudizio sui politici tutti, su quelli che si sono dimessi come se fossero dei farfalloni il cui gesto non abbia avuto invece una sorta di "prezzo" da pagare rispetto al proprio credo e quindi sofferto, mi pare un modo per tenersi fuori, per fare "lezione" ai soliti alunni svogliati e disattenti.

Cordiali saluti

Marco Liss


Egregio Signor Restelli, essendo residente a Legnano da 35 anni e 55 in Lombardia e fregiandosi del piacere di non conoscerla, mi permetto, dopo la sua lettera di dubitare di alcune sue capacita' culturali che alcune voci le attribuiscono.

Ieri sera ha cercato un momento di gloria, offendendo la Maggioranza dei Legnanesi, rappresentati da 300 persone che hanno dato e danno molto di piu' di quello che ha dato lei con quella sua ridicola analisi del momento storico che la citta' di legnano  sta vivendo.Per finire, non dedicandole altro tempo prezioso che il buon Dio non mi fara' recuperare, le ricordo che le rivoluzioni sono partite da pochi  per diventare in molti.

In futuro eviti di falsare la storia e studi dI  piu'.

Alberto Stella


A Giancarlo Restelli, professore e storico generalmente stimato, vorrei ricordare che, anche se lui non è d'accordo (credo di sapere che Restelli non esercita per scelta ideologica il suo diritto di voto alle elezioni),  la democrazia rappresentativa è la modalità migliore (ad oggi) per la gestione della cosa pubblica.
Di questo si parlava ieri sera in piazza san Magno, del rispetto delle regole del gioco della democrazia "consiliare".
Le persone in piazza chiedevano proprio questo: il rispetto delle regole. E che, visto il fallimento della giunta Fratus, i cittadini possano tornare ad esprimersi per indicare da chi vogliono essere governati.
Niente di rivoluzionario, quindi (e questo forse spiace a Restelli), ma un contributo dei cittadini al buon funzionamento della cosa pubblica.
Condivido, però, che la politica non riesce a rappresentare al meglio gli interessi di fasce ampie della popolazione e che non debba limitarsi ad operare solo nelle istituzioni.
Come è sotto l'occhio di tutti  che molti cittadini, anche con competenze rilevanti, non la considerano degna di un interesse tale da richiedere un loro coinvolgimento. 
Ma questo è un problema, grave, ben più grande e di più lungo periodo rispetto ai fatti di questi giorni. 
E mi sorge il dubbio che non aiuti a superarlo screditare i cittadini che il loro contributo lo vogliono dare.

Cordialmente

Giuseppe Assuntino 


Egr. Direttore

Seguiamo, da cittadini, quanto sta accadendo ed abbiamo letto le parole del Professor Restelli quanto al cretinismo consiliare. Consideriamo queste parole poco condivisibili, sia per la non applicabilità delle considerazioni tratte da autori classici, quali Karl Marx, che parlava dei “seduti” e non di chi, in piedi, protesta, sia per la sicumera con cui inadeguatamente sono applicate, sia e soprattutto perché, di questi tempi, la maggioranza è stolidamente silenziosa, e si affida, a volte senza consapevolezza, a qualche tribuno privo di intelligenza della situazione o ricco di malafede, qualora avesse la prima.

Abbiamo recepito l’invito fatto circolare giovedì sera a “scendere in piazza” ed abbiamo quindi partecipato all'adunata. In poche ore “non poche persone” sono arrivate davanti alla casa del Comune e hanno costituito una “larga minoranza” educata e cosciente, oltre che coscienziosa. Si è detto trecento, né giovani né forti. Peccato usare parole in libertà: quelle persone – non è gente – rappresentano molte altre persone, stanche del silenzio, stanche del procedere di questi amministratori senza ascolto, stanche di chiedere invano incontri con il Sindaco che sembra assediato come fosse nel Palazzo d’Inverno.

Davvero inaccettabili le frasi del professor Restelli quando scrive: “E intanto rimangono i problemi di tutti quei cittadini che i trecento (non di Leonida e nemmeno “giovani e forti”) non rappresentano: anziani, giovani, disoccupati … maggioranza silenziosa, costretta a essere silenziosa perché nessuno l’ha mai rappresentata ed ascoltata”. Falso ed anche tendenzioso, come se questa “larga minoranza” non si stesse occupando di ciò che sta a cuore ai più, benché la giunta lo dissimuli (valga su tutte la “questione Biblioteca”). Ma, come dire, politici non ci si improvvisa. E quando si è detti politici, e ci si lascia chiamare politici perché se ne è fatto – non già un servizio per la collettività – ma un mestiere, addirittura da anni, come carriera per tutta la vita, viene il dubbio che lo si sia diventati per fare affari, ben altro che il bene pubblico.

Alberto Garbarino

Roberta Sala


Caro direttore

Non sono un grande esperto di politica e neanche un illustre storico che possa competere in retorica con il prof. Restelli, ma un semplice cittadino che era in piazza ieri sera.

Non ero li per lanciare invettive contro qualcuno, né tantomeno monetine; ero in piazza semplicemente per cercare di capire cosa sta succedendo nella mia città e che cosa ne pensano anche gli altri. Le assicuro che ho trovato lì tante persone come me!

Mi ha fatto davvero impressione vedere le forze dell’ordine schierate a difesa dell’ingresso del comune, del nostro comune!! Pensare che il sindaco e gli assessori, la nostra Giunta, avessero così tanto timore di affrontare la gente, da uscire dal comune dal retro.

Incredibile davvero!

Siccome ho l’abitudine di farmi domande e di cercare di capire che cosa succede intorno a me (niente succede per caso! Ci sono sempre delle ragioni alla base di tutto), ho iniziato a pormi qualche semplice quesito.

Innanzitutto, cosa ci ha portato qui?

L’unica risposta che ho trovato è “la necessità” di qualcuno di avere a tutti costi la sig.ra Lazzarini in Giunta, nonostante parte della città non la volesse (per comprensibili ragioni) e anche qualcuno della maggioranza storcesse il naso (da qui la decisione di evitare la votazione, segreta, alla mozione di sfiducia). Non conosco la sig.ra Lazzarini, ma deve essere davvero una persona dalle capacità uniche, straordinarie, per rischiare una maggioranza per averla a tutti i costi…

Comunque ormai, nostro malgrado, in questa brutta situazione ci siamo in pieno. Quindi mi chiedo … quali gli sbocchi possibili?

Di nuovo chiedo aiuto alla logica.

… una giunta in crisi … di centrodestra … con sindaco leghista, neanche di Legnano, accusato di essere un barattino manovrato da altri … in un momento storico con la Lega in forte crescita ovunque … Forza Italia in caduta libera … una ricerca spasmodica per un qualsiasi cavillo/appiglio cui attaccarsi per salvare la giunta …

Niente, la logica proprio non mi aiuta.

In condizioni normali, un sindaco … “normale” … della Lega, prenderebbe atto della situazione, salverebbe reputazione e faccia, scioglierebbe il consiglio, andrebbe a nuove elezione … stravincendole!

Invece no, il nostro sindaco (neanche di Legnano), sacrifica reputazione, faccia e credibilità, per mantenere in piedi un consiglio comunale inesistente ed una giunta così coesa da aver paura di un voto di sfiducia segreto.

Qualcosa mi sfugge … che non siano gli interessi di Legnano quelli che si stanno difendendo?

Forse qualcuno ha qualche idea?

Stefano Cattaneo

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.