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Scritte sui muri: “Una grottesca commedia per legittimarsi”

22 Febbraio 2019

“Estremismo, malattia infantile del comunismo” (Lenin), “Figlioli miei, marxisti immaginari” (Vittoria Ronchey) sono alcune cose che mi sono venute in mente dopo aver visto le scritte demenziali sui muri del Bernocchi.

Perchè “infantilismo politico”? Legnano aveva dimenticato facilmente “Legnano non dimentica” ed ecco i fascisti tornare alla carica con un comunicato molto tempestivo per dire in sostanza “Noi ci siamo!”.

Bravi quindi gli imbrattatori di via Diaz: hanno offerto su un piatto d'argento (meglio di dire di tolla) una bella occasione ai fascisti per ricomparire.

Nel linguaggio calcistico (ma anche politico) si chiama autogol!

Ma probabilmente anche gli i verniciatori di via Diaz volevano dire la stessa cosa: “Ci siamo anche noi!”.

Una sorta di grottesca commedia delle parti in cui ognuna cerca l'altra per legittimarsi.

E' inutile dire che la vera infoibata è la Storia, manipolata e vilipesa da entrambe le parti: gli “antifa” raccontano la solita e vieta vulgata che nelle foibe sono stati buttati solo fascisti (!) mentre “Legnano non dimentica” parla di “pulizia etnica” nella Venezia Giulia e Dalmazia (!).

Anche qui permettetemi un grosso punto interrogativo.

Non è il momento per entrare nel merito di questioni che sono state ben studiate da alcuni storici dell'Università di Trieste. Ma qualcosa possiamo dire.

 Nelle foibe finirono gli  italiani (anche antifascisti) che si opponevano al nazionalismo jugoslavo. Non perché fascisti. Semplicemente perché ritenevano ingiustificabile che la Jugoslavia finita la guerra arrivasse alla linea dell'Isonzo compresa Trieste e Gorizia.

Dall'altra se ci fosse stata veramente “pulizia etnica” le vittime sarebbero state ben di più delle 5000 che quantificano gli storici che prima ho citato.

Ma a Legnano c'è un altra associazione che dovrebbe intervenire in questi casi e non lo fa. Ed è l'Anpi. Sarebbe il caso di dissociarsi dai messaggi farneticanti che abbiamo letto e nello stesso tempo dare una lezione di correttezza politica a questi giovani un po' troppo “animosi”.

Stiamo aspettiamo il primo contuso (è un eufemismo) quando i giovani delle due parti verranno alle mani?

Credo che associazioni come l'Anpi e la sinistra in generale debbano prendere sempre una netta posizione in casi simili e non solo quando i provocatori sono i fascisti.

Evitiamo un clima da “guerra civile”. Abbiamo problemi ben più seri in Italia tra i quali il razzismo, la disoccupazione giovanile e una politica che gira a vuoto.

Chi può e deve, si faccia sentire.

Giancarlo Restelli


[pubblicita] (m.tajè) Per dovere di cronaca dobbiamo ricordare al lettore che Anpi non ha mai perso occasione per manifestare la sua preoccupazione di fronte all'emergere di una destra anticostituzionale.
Anche sabato scorso, 16 febbraio, all'assemblea annuale,  prima del verificarsi degli ultimi fatti, il presidente Primo Minelli ha ripetutamente criticato l'ambiente socio-politico nazionale, ma anche cittdino, per "
un quadro attuale che evidenzia una preoccupante strategia politica indirizzata a destra. L'odio politico/etnico si può trasformare in qualcosa di già visto. Basti ricordare i casi di… Sanremo e Mantova. E non possiamo dimenticare nemmeno gli attacchi alla Democrazia e quindi alla Costituzione". 
"Di fronte a questi pericoli provenienti dalla destra – ha ancora dichiarato Minelli -, davanti a forme di razzismo senza più vergogna, alziamo un forte richiamo alla unità antifascista, alla unità dell'Anpi, alla unità nel pluralismo delle opinioni".
Non solo, ma perchè solo Anpi dovrebbe dissociarsi da questi atti e non anche altri enti, sodalizi, associazioni che operano nel campo sociale e civile? Tutti silenti sulla questione.
Sarà una nostra impressione, ma questo attacco all'Anpi sembra quasi nascondere un fatto personale e, per noi, sarebbe grave.

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