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Accam, il fallimento dei Sindaci

15 Novembre 2018

Più o meno tutto il centro destra locale – Legnano, Busto Arsizio, Gallarate – concorda sulla continuità aziendale di Accam fino al 2027, contemplando anche l’attività di incenerimento dei rifiuti. L’altra sera (il 6.11.2018) in commissione consiliare a Busto Arsizio, convocata per illustrare il nuovo piano industriale di Accam, è andato in scena il “teatro dell’aria fritta”.

La presidente di Accam, dott.ssa Bordonaro, è stata una delle protagoniste di questo “teatro dell’aria fritta” e il senso delle sue argomentazioni sul futuro di Accam sono state: … la società fallirà!, non fallirà!, forse!, magari, anche no, dipende, … Io ho capito che tutta questa “melina” serve per tenere sotto scacco i Sindaci dei Comuni più recalcitranti a votare il nuovo piano industriale, anche con la promessa ingannevole di fermare l’incenerimento dei rifiuti un po’ prima del 2027.

L’altro protagonista della serata è stato lo scoppiettante sindaco di Busto Arsizio e presidente della provincia di Varese, dott. Antonelli. Costui ha elargito giudizi e critiche a tutti coloro che sono contro il sistema di incenerimento dei rifiuti, esaltando questa pratica come l’unica risolutiva ed economicamente lucrosa. Ha “urlato” più inceneritori e meno comitati ambientalisti a rompere le scatole! e ha lanciato una sorta di appello all’ingresso dei privati nella società Accam, presumo con una cordata affaristica già pronta.

Solo i consiglieri 5Stelle hanno tentato di contenerlo.

Non so se per ignoranza consolidata o per negligenza allo studio, sta di fatto che i principali decisori politici e i dirigenti di Accam stanno pianificando la deregolamentazione della raccolta differenziata, veicolando il messaggio che bruciare i rifiuti tutela la salute dei cittadini e conserva i posti di lavoro.

Niente di più errato, anche gli impianti di incenerimento di nuova generazione non sono a ciclo chiuso, quindi inquinano anche loro e il valore dei limiti previsti, non giustificati da nessuna considerazione sanitaria, rappresentano un tentativo degli esperti di indicare un obiettivo da raggiungere.

È miopia politica pensare che i posti di lavoro si possono salvare rappezzando un impianto con forti criticità tecnologiche. I posti di lavoro si salvano ricercando percorsi alternativi all’incenerimento e la ricerca va condotta nell’ambito della riduzione della produzione di rifiuti, del miglioramento della raccolta differenziata con una selezione più mirata, del recupero e riuso dei materiali, con l’eliminazione dei contenitori di plastica e nella bonifica dei siti contaminati.

Altrettanto miope sarà dare ascolto alla campagna di disinformazione condotta da Confindustria e dalle grandi multiutility, come A2A, che ci raccontano che il Paese è sommerso dai rifiuti, che non si ricicla più e che sono necessari decine e decine di inceneritori.

Per ora solo i 5Stelle si oppongono alla scelta scellerata di incenerire fino al 2027 e come vorrebbe il sindaco di Busto Arsizio anche oltre. Mi auguro che il Sindaco di Legnano ed altri soci di Accam assumano la stessa posizione dei 5Stelle e dei comitati ambientalisti, chiedendo la fermata dell’inceneritore al 2021 e non oltre.

Giuseppe Marazzini

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