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Pullman, i pendolari scrivono all’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale

11 Ottobre 2018

Dopo il servizio andato in onda nella rubrica "Buongiorno Regione" del TG Regionale, i rappresentanti del Comitato Pendolari Movibus contrari all'arretramento del capolinea a Molino Dorino ha scritto una lettera aperta ad Umberto Regalia, presidente dell'Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale di Città Metropolitana.


Egregio Sig. Regalia,
siamo i rappresentanti del Comitato Pendolari Movibus che si stanno opponendo con tutte le forze all’arretramento del capolinea dei diretti area Cadorna.
Abbiamo avuto l’occasione di essere intervistati dalla giornalista Silvia Zerilli di Rai 3 per la trasmissione "Buongiorno Regione", nonché di ascoltare, miste alle nostre parole, le Sue: chiare, inequivoche, non prive di una certa asperità.
Ce ne dogliamo, poiché sembra che il nostro disagio intralci le decisioni di un’Agenzia pubblica, cioè istituita a promozione e salvaguardia degli interessi della collettività.
Noi parliamo con Lei, poiché è Lei che rappresenta l’Agenzia presso di noi, coloro che del trasporto
si servono. Dalla Sua intervista si evincono molti punti che necessitano di chiarimenti, se non di
rettifiche. Li sintetizziamo così:

1) Traffico. Non dovremmo opporci ostinatamente alle decisioni di Agenzia TPL perché le linee
dirette Z602 e Z603 sono le ultime due linee cui è concesso di entrare – come Lei dice – in centro a Milano. Ergo? Sottintende che siamo titolari di un privilegio? Domandiamo: che danno riceve Milano dall’ingresso in zona Cadorna (peraltro attraversata continuamente da bus turistici, da camion e da mezzi ingombranti di ogni genere) di bus di pendolari che neppure sostano ma solo accostano per la salita e la discesa dei passeggeri? Il traffico è un pretesto risibile: si osservi il traffico enorme che sussiste in città, decisamente destinato ad aumentare, a causa dei pendolari che si trasformeranno in automobilisti.

2) L’inquinamento è, peraltro, contenuto, poiché molti mezzi Movibus sono nuovi, meno inquinanti delle auto che, in numero sostenuto, entrerebbero in città. Molti utenti dovrebbero prendere le auto per raggiungere in tempi ragionevoli i luoghi di lavoro. Quanto agli investimenti per migliorare il servizio e diminuire l'inquinamento, avrebbe più senso rimpiazzare i vecchi mezzi con bus ibridi elettrici, come peraltro già in programma per la città di Milano.

3) Tempi e tempo: Lei sostiene che le corse durerebbero circa quanto quelle attuali, vale a dire 47 minuti. Ci permetta di dissentire. I bus impiegano circa mezz’ora o poco più per raggiungere l’area Cadorna. La tratta Legnano-Molino Dorino più gli spostamenti necessari per raggiungere il centro di Milano richiederanno ben più di 47 minuti, diversamente da quanto Lei sostiene. Chi arriva in Cadorna, infatti, raramente qui conclude il proprio viaggio, ma prosegue sui mezzi e possibilità di trasporto ivi presenti, a differenza di Molino Dorino. Così come è strutturato il cambiamento, si aggiunge al tutto la mezz’ora necessaria da Molino Dorino al raggiungimento di Cadorna. Vogliamo trascurare forse anche il fatto che, in caso di sciopero ATM, ora a Cadorna si hanno altre alternative per raggiungere la destinazione mentre, a Molino Dorino, non c’è la minima possibilità di spostamento? Le nostre finanze non ci consento di usufruire del taxi. I tempi si allungano e il tempo di vita si accorcia, e si impoverisce. Ma forse qualcuno dimentica che i pendolari sono persone con una vita, prima della salita e dopo la discesa dal bus.

4) Quanto agli utenti la cui corsa termina nelle fermate intermedie, ai quali Lei stesso fa riferimento: i disagi di queste persone non li mettiamo nel conto? Sono numerosi coloro che salgono e scendono dai bus nelle fermate lungo corso Sempione e viale Certosa: che vantaggio trarrebbero da questa inopinata decisione di scendere a Molino Dorino?

5) Veniamo ad altro punto dolente: Molino Dorino. Bisogna riflettere sul fatto di che posto sia Molino Dorino. Bisogna riflettere sul fatto di che posti siano, in generale, i parcheggi di corrispondenza di ATM. In quest’epoca in cui si declama la sicurezza come un bene pubblico primario, non si pensa all’insicurezza che circonda questi luoghi e li rende pericolosi. E non sono certo risanati solo perché tempestati da pendolari in fuga in tutte le ore del giorno

6) Il cahier de doléances non termina ancora: Lei sostiene che noi siamo privilegiati, in quanto, a differenza di altri, abbiamo la possibilità di prendere il treno. Qui verrebbe, con tutto il dovuto rispetto, francamente da ridere, se non fosse invece il caso di piangere. Bisogna riflettere sullo stato in cui versano già i pendolari Trenord, impossibilitati non di rado a perdere il treno a causa del sovraffollamento, dei ritardi se non delle soppressioni. É il caso di aggiungere disagio al disagio e di estendere la platea dei disagiati? Prendendo un treno da Legnano per Milano Garibaldi tra le 7.00 e le 8.00, si hanno scarse probabilità di salire e viaggiare in condizioni dignitose, e praticamente nessuna probabilità di sedere. Lo definiremmo tutto, tranne che "privilegio".

A poco serve fare leva sul risparmio economico. Non saranno, se così davvero sarà, pochi euro di apparente risparmio a persuaderci della totale negatività di questa decisione, da cui otterremmo in cambio disagi, fatica, paura e tempo tolto alle nostre famiglie. Il servizio Movibus funziona. Connette un’area popolosa e industriosa della provincia, alla Città Metropolitana, quando però quest’ultima va contro gli interessi degli abitanti della provincia, trattati da cittadini di serie B. Che Movibus fornisca un ottimo servizio, è provato dall’ampio afflusso che lo caratterizza. Bisognerebbe incentivarlo, e non penalizzarlo. Perché andare a peggiorare qualcosa che funziona? Con quale logica? Ogni volta che si parla di piaghe come traffico e inquinamento si cantano le lodi dei mezzi pubblici. E, proprio in questo caso di così elevata affluenza, li vogliamo sopprimere?

Vogliamo pensare invece che abbia un senso tutto quello che stiamo facendo e per cui ci stiamo battendo, se è così che al pubblico dovremmo guardare: come alla sfera in cui si ascolta, si discute e ci si impegna per il bene di tutti e di ciascuno.

Distinti saluti

Maurizio Beretta, Monica Manfreda, Miriam Padovani, Daniela Pinnella, Anna Rossello, Roberta Sala

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