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Discarica di Cerro, Tomasini: “Landoni era una dei portavoce”

31 Maggio 2018

Caro Direttori

ho letto gli articoli comparsi sulla vostra testata relativamente ad una “strana” e “stucchevole” polemica cerrese su “chi ha fatto cosa” durante i mesi in cui il "Comitato Intercomunale di Crisi Ambientale" ha operato rispetto alla discarica di Cerro Maggiore…

Ritengo – visto anche il clima attuale – che tutto ciò che abbia odore di “fake news” oppure in generale di “disinformazione” debba essere segnalato e stigmatizzato. L’affidabilità delle persone si misura anche dalla correttezza nel raccontare i fatti.

Il comitato che ha condotto la battaglia contro la Regione ed ha ottenuto la chiusura della discarica è stato il “Comitato Intercomunale di Crisi Ambientale” composto da moltissime associazioni di ogni genere ed estrazione di tutto il legnanese che aveva tre portavoce individuati tra le tre maggiori associazioni ambientaliste operanti a livello nazionale e precisamente la rappresentante di Amici della Terra, Piera Landoni, la rappresentante di Legambiente locale Paola Ravelli e il sottoscritto, Walter Tomasini, come rappresentante del WWF Alto Milanese. Questi erano: non altri…

Ovviamente esistettero comitati locali precedenti, ma fu il Comitato Intercomunale di Crisi Ambientale che operò nel 1995 quello che portò al protocollo di chiusura della discarica che avvenne definitivamente a fine marzo 1996. Travisare dati reali, non citandoli o citando persone in ruoli che mai ebbero per fini evidentemente elettorali, mi pare tutto sommato una scorrettezza che qualunque cittadino di Cerro che partecipò a quella battaglia può ricordare e riconoscere.

Sempre per amore della correttezza Piera Landoni fu l’unica portavoce ad essere al tavolo della trattativa per la chiusura della discarica (con Donato Barbano e Adriano Lattuada), quel fatidico 1 dicembre 1995 con il Prefetto Roberto Sorge, il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il Presidente Provincia di Milano Livio Tamberi, il Sindaco di Milano Marco Formentini.
Ricordo con me Piera Landoni, Paola Ravelli ed altri membri del comitato presenti agli incontri in Giunta di Milano con l’allora sindaco Marco Formentini e l’allora Assessore all’Ambiente Walter Ganapini… Francamente non ricordo a questi incontri la maggior parte delle persone che oggi travisano la realtà delle cose.

Il merito e la vittoria di quella battaglia appartiene a tutti i cittadini cerresi e ai cittadini di tutta la nostra zona (io ero – ai tempi – residente a Legnano, non a Cerro Maggiore) che ci hanno seguito e sostenuto per mesi in un durissimo confronto con la Regione.

Tutti hanno partecipato, tutti hanno contribuito con la propria presenza a imporre a Milano una gestione più moderna dei propri rifiuti… Alcuni di essi hanno ricoperti ruoli oggettivamente di maggiore e grande responsabilità: Piera Landoni è stata una di queste persone.

D’altra parte basterebbe andare a rileggere tutti i quotidiani nazionali e locali di quel periodo – anch’essa cosa oggi di moda e definita come fact checking…

Walter Tomasini


(m.tajè) – Un confronto durissimo. Così Walter Tomasini ricorda la battaglia che più di 20 anni or sono ha visto Cerro Maggiore, ma possiamo dire anche il Legnanese tutto, unirsi contro la discarica. Una battaglia che certamente, come ricorda il lettore, ha visto in prima linea il comitato di cui furono portavoce Landoni, Ravelli e lo stesso Tomasini.
Ci corre però l'obbligo di ricordare che tante furono le voci che si sollevarono all'epoca contro la discarica, un po' da ogni dove: a partire da Massimo Rodio, che si fece portacolori della questione nel momento che potremmo definire di massima visibilità, ovvero quella della trasmissione di Santoro. Ma senza voler dimenticare i tanti altri, di ogni colore politico ed anche totalmente estranei alla politica stessa, che si rimboccarono le maniche per ribadire il fermo "no" del territorio. Un coro con talmente tante voci che, ad oltre vent'anni di distanza, tornare a dare spazio ad ognuno diventerebbe pressochè impossibile.
Per questo motivo con questa parentesi, che vuole ricordare l'impegno di tutti coloro che ai tempi scesero in campo, e non solo di chi è espressamente nominato, la questione della "battaglia che fu" per noi si chiude. 

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