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Falsa copia del pass invalidi della madre sul cruscotto: 58enne condannato

La Suprema Corte ha confermato la condanna a carico di un uomo che aveva esposto sul cruscotto una riproduzione plastificata e a colori del pass autentico della madre

Una falsa copia del contrassegno relativo alla concessione di parcheggio per invalidi della madre ha messo nei guai un 58enne della provincia di Vercelli: l'uomo infatti, è stato condannato tanto in primo quanto in secondo grado, per poi ricevere il classico "due di picche" anche dalla quinta sezione penale del Palazzaccio, che ha confermato la tesi dei giudici di merito.

Da Piazza Cavour, infatti, hanno ribadito che «integra il reato di falsità materiale commessa dal privato in autorizzazioni amministrative la riproduzione fotostatica dell'originale di un "permesso di parcheggio riservato ad invalidi" attribuito ad altri e l'esposizione di tale falso permesso sul proprio veicolo, allorché il relativo documento abbia l'apparenza e sia utilizzato come originale, non presentandosi come mera riproduzione fotostatica».

Non rilieva, per gli Ermellini, la censura del 58enne secondo la quale la Corte meneghina non avrebbe considerato la testimonianza che definiva il contrassegno come «palesemente contraffatto». «La sentenza impugnata – sottolinea infatti la Suprema Corte – dedica ampio spazio all'esame dei caratteri del permesso e, dopo aver dato atto della visione diretta del corpo del reato da parte del giudice, conclude che il contrassegno aveva l'apparenza ed era stato utilizzato come originale, rimarcando che l'imputato aveva esposto sul cruscotto della propria vettura non una copia fotostatica, in bianco e nero, e neppure una fotocopia a colori, ma una riproduzione plastificata e a colori del pass autentico rilasciato alla signora [omissis], tanto che la qualità decettiva è ictu oculi verificabile».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 20 Luglio 2018
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