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Marchio mio, torna al gruppo tuo: “I cugini di campagna” in Cassazione

Il gruppo musicale tra le aule giudiziarie di Piazza Cavour per l'uso del marchio "I cugini di campagna"

Marchio mio, torna al gruppo tuo. Questa volta nelle aule di Piazza Cavour ritroviamo "I cugini di campagna", protagonisti di una vicenda giudiziaria legata proprio all'uso del marchio "I cugini di campagna".

Tutto ha inizio nel 1999, quando la ICDC s.n.c. di Silvano Michetti & C., Ivano Michetti, Gianluca Storelli e lo stesso Silvano Michetti, componenti del gruppo musicale "targato" anni '70 hanno trascinato davanti al Tribunale di Lucera gli ex componenti della band Giorgio Brandi e Flavio Paulin, per essere riconosciuti titolari del diritto all'uso esclusivo della denominazione e del marchio "I cugini di campagna", con conseguente divieto per i convenuti di farne uso. Richiesta, quest'ultima, che ha trovato nel 2007 accoglimento da parte del tribunale.

Il "verdetto" era poi stato ribaltato dalla Corte d'Appello di Bari, che aveva ritenuto il prodotto artistico offerto dai due appellanti al di fuori dell'originario gruppo musicale «chiaramente distinguibile dal prodotto artistico offerto dal gruppo nell'attuale formazione».

E così la vicenda è approdata davanti alla prima sezione civile del Palazzaccio, dove gli Ermellini hanno confermato la tesi della Corte barese. «La Corte d'appello – scrive infatti la Suprema Corte – ha accertato – con giudizio in fatto incensurabile in questa sede, in presenza di una motivazione non illogica o apparente – che l'utilizzo della denominazione del duo summenzionato, con l'apposizione sul manifesto dell'avverbio di tempo "già", messo in evidenza al centro, ben distinto dal nome "Cugini di campagna", collocato al rigo sottostante, fosse stato effettuato in modo da non ingenerare confusione con la denominazione del gruppo dal quale il Brandi ed il Paulin erano fuoriusciti. L'utilizzazione di tale denominazione si esauriva, pertanto, ad avviso del giudice di seconde cure, "evidentemente ed inequivocabilmente soltanto nel richiamo alla cessata appartenenza e alle origini dell'attività musicale dei due artisti"».

In soldoni, per la Cassazione, l'uso del «già» vale ad escludere che il pubblico possa essere indotto in errore dagli "scissionisti". Fermo restando che la titolarità della denominazione rimane al gruppo tuttora esistente.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 18 Aprile 2018
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