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A spasso con una pianta di canapa indiana in auto: non c’è reato

La Cassazione ha ritenuto «priva di offensività» la condotta del 35enne: l'entità della coltivazione, per gli Ermellini, depone per l'uso personale

Altro che «mantenersi calmi con il metodo Bob Marley». A Bari un 35enne sembrerebbe aver preso un po' troppo sul serio J-Ax, tanto che era finito davanti al Tribunale cittadino per la detenzione di una pianta di canapa indiana «contenente complessivamente 2650 mg di principio attivo di THC», che trasportava in auto.

Assolto dal Tribunale di Bari, che aveva ritenuto la condotta «priva di offensività in concreto non essendovi ragione per ritenere la destinazione ad uso di terzi, deponendo l'entità della coltivazione per l'uso personale», il 35enne è stato trascinato davanti alla VI sezione penale del Palazzaccio dal Procuratore della Repubblica. Alla base del ricorso del pubblico ministero, l'osservazione che «è attività penalmente rilevante qualsiasi ipotesi di coltivazione e, quanto al profilo della offensività, la droga era idonea alla produzione di "106 dosi droganti"». 

La Procura, però, dopo il "due di picche" incassato dal Tribunale, non ha avuto miglior fortuna davanti agli Ermellini: fermo restando che non c'è dubbio sulla circostanza che «tutte le ipotesi di coltivazione di piante idonea alla produzione di sostanze stupefacenti rientrano nell'ambito della norma incriminatrice», i giudici di Piazza Cavour hanno ribadito che «deve escludersi la sussistenza del reato di coltivazione non autorizzata di piante da cui sono ricavabili sostanze stupefacenti qualora il giudice accerti l'inoffensività in concreto della condotta, per essere questa di tale minima entità da rendere sostanzialmente irrilevante l'aumento di disponibilità di droga e non prospettabile alcun pericolo di ulteriore diffusione di essa».

Inoffensività della condotta che non viene in alcun modo "scalfita", secondo la Suprema Corte, dai motivi di ricorso proposti dal pubblico ministero: anche la Cassazione, quindi, ha bocciato le tesi della Procura.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Febbraio 2018
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