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“Oh me! Oh vita!” di Walt Whitman

E' questa la poesia della settimana, tratta da "Foglie d'erba"

Oh me! Oh vita! Di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di infedeli, di città gremite di stolti,
di me stesso che sempre mi rimprovero, (Perché chi più stolto di me, chi più infedele?)
di occhi che invano bramano la luce, degli scopi meschini, della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, delle sordide folle ansimanti che vedo intorno a me,
degli anni inutili e vuoti del resto, io intrecciato col resto,
la domanda, ahimé! Così triste, ricorrente
-Cosa c’è di buono in tutto questo, oh me, oh vita?

Risposta:
Che tu sei qui – che la vita esiste, e l’identità,
Che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi con un verso.

Oh me! Oh life! of the questions of these recurring,
Of the endless trains of the faithless, of cities fill’d with the foolish,
Of myself forever reproaching myself, (for who more foolish than I, and who more faithless?)
Of eyes that vainly crave the light, of the objects mean, of the struggle ever renew’d,
Of the poor results of all, of the plodding and sordid crowds I see around me,
Of the empty and useless years of the rest, with the rest me intertwined,
The question, O me! so sad, recurring—What good amid these, O me, O life?

                                       Answer.
That you are here—that life exists and identity,
That the powerful play goes on, and you may contribute a verse.

Walt Whitman, "Oh me! Oh life!", in Foglie d'Erba

Trentasette anni. Tanto Walt Whitman si dedicò alla stesura e alla revisione di "Foglie d'erba" (Leaves of grass), quella che è considerata a tutti gli effetti la pietra miliare della poesia statunitense. Il grande lavoro iniziò nel 1855. Per terminare, poi, solo nel 1891-1892 con "l'edizione dal letto di morte". La figura di Walt Whitman (energica, vitale, ribelle) ha ispirato moltissime persone nei secoli a venire. Celeberrimo il professor Keating, interpretato da Robin Williams, ne "L'attimo fuggente", che in una delle scene più memorabili della pellicola cita proprio questa poesia di Whitman.

Redazione
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Pubblicato il 23 Luglio 2019
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