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Un Boccaccio ancora attuale interpretato da Tullio Solenghi

100 novelle senza tempo che da Boccaccio rimangono attuali anche ai giorni nostri, al Teatro Tirinnanzi Città di Legnano

Come può essere attuale un’opera di oltre settecento anni fa? Per rispondere a questa domanda il bravissimo ed eclettico Tullio Solenghi, (membro dal 1982 al 1994 del gruppo comico il Trio, insieme a Massimo Lopez e Anna Marchesini), ha proposto una lettura scenica di sei tra le più importanti novelle boccaccesche del Decameron

Ma quale fattore ci permette di considerare Boccaccio attuale ancor oggi ? “La vita non ha una datazione, pulsa allo stesso modo, ai giorni nostri come nel lontano 1348, se si è in grado di raccontare i sentimenti, che mai mutano nel cuore dell’uomo, come ha fatto un grandissimo autore come Boccaccio“, ha esordito il comico genovese, sottolineando come Boccaccio sia riuscito ad esorcizzare uno dei momenti più tragici della storia di Firenze, ovvero la peste del 1348

Solenghi ha inoltre mantenuto la lingua originale dell’autore toscano, che attraverso la pluralità di registri e stili, è considerato il vero padre della lingua italiana; a questo proposito il comico ha affermato “noi siamo molto più figli del Boccaccio, anziché di Dante, per la questione della lingua“.

La scelta delle novelle fatta da Solenghi non è stata casuale, ma allo scopo di “darvi una tavolozza il più possibile variegata di colori, emozioni e umori diversi – ha spiegato il comico – per rendere al meglio il profilo di questo straordinario autore“.

 La prima tematica affrontata ha riguardato l’astuzia popolare, presente nella novella “Chichibio e la gru“ e “Peronella“. In questi racconti sono portati in scena personaggi di qualsiasi estrazione sociale, dal re al popolano, ognuno con una propria dignità e caratteri peculiari ben definiti. Entrambe le novelle hanno lo scopo di dilettare l’uditorio, attraverso ironia e comicità e sono caratterizzate dal lieto fine . Chichibio, cuoco di un ricco signore, fa credere al suo padrone che le gru abbiano una gamba sola, porta avanti questa burla finché il padrone stesso risulta così divertito da decidere di non punire il suo domestico. La napoletana Peronella utilizza invece al meglio la sua astuzia per non far scoprire il suo tradimento al marito.

Al filone dell’astuzia femminile appartiene poi un’altra novella, quella di “Madonna Filippa“, anch’essa adulterina, riesce addirittura, tramite una spiccata arte adulatoria, a far cambiare una legge secondo cui soltanto le donne avrebbero dovuto subire un processo se colte in flagrante durante un tradimento, estendendo questa normativa anche per gli uomini. “Oltre ad essere un’autore proletario, per usare un termine attuale, cioè che trova spazio per personaggi illustri ed umili, Boccacio è anche il primo autore femminista – ha sentenziato Solenghi – nelle sue novelle le donne sono ritratte come figure di grande ingegno e ciò era un elemento di assoluto anticonformismo per la società dell’epoca, che tendeva invece a screditare la figura femminile“

È stata poi la volta di argomenti più elevati, che hanno come tema l’amore, profondo e sincero, in tutte le sue sfaccettature. Solenghi è così passato all’interpretazione della novella “Federigo Degli Alberighi“, una delle più celebri del Decameron boccaccesco. Federigo, aristocratico che ha perso tutte le sue ricchezze per cercare di conquistare l’amata Monna Giovanna, si ritrova a vivere di stenti e povertà, ma proprio in una condizione così tragica la donna si accorge della nobiltà d’animo che mai ha abbandonato il cuore di Federico e cominciano da li una nuova vita insieme. 

Spazio anche alla tematica religiosa a cui si innesta quella erotico-sessuale, con le novelle “Masetto di Lamporecchio“, che narra di un giovane, forte e aitante che, fingendosi sordomuto, va a vivere in un convento di monache e in breve temo risveglia i desideri represse di queste donne votate a Dio, e “Alibech“, una fanciulla che intende avvicinarsi al mondo cristiano ed a causa della sua ingenuità si prende gioco di lei un uomo, che finge di insegnarle a servire il Signore, mentre invece la induce a prestazioni sessuali con lui. 

Una nota ironica, in conclusione dello spettacolo, con la lettura del brano “La quercia del tasso“ di Achille Campanile, basato su assonanze e su giochi di parole che creano una sorta di scioglilingua. “Se fossi ministro dell’istruzione – ha commentato Solenghi – aggiungerei nei programmi scolastici un autore che tratta anche di satira come Achille Campanile, un grande artista della nostra letteratura“

Prima della chiusura del sipario Solenghi ha voluto ricordare Anna Mrchesini, membro del Trio insieme a Massimo Lopez, e i momenti in cui, durante gli spettacoli con i colleghi si creava “una magia tra palcoscenico e pubblico ed era come se non ci fosse alcuna distinzione tra i due“

Redazione
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Pubblicato il 23 Marzo 2018
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