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“La modernità di un antimoderno”, la visione del mondo di Massimo Fini

Il giornalista ha presentato il suo ultimo libro nel meeting del Lions Legnano Host

E' uno dei "grandi vecchi" del giornalismo che ha vissuto gli anni "di piombo e del piombo". E' stato l'ultimo a parlare, prima che un proiettile lo uccidesse, con Walter Tobagi, di cui era grande amico, e ha lavorato per e con le firme più importanti della carta stampata, dagli anni '70 ad oggi. 

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Massimo Fini a Villa sant'Uberto 4 di 6

Non si definisce né di sinistra né di destra ma un onesto pagano e uno squisito antimoderno. Il giornalista Massimo Fini è stato ospite martedì sera a Villa Sant'Uberto in occasione del meeting del Lions Club Legnano Host presieduto dal dottor. Piermarco Locati. 

Condotto dal collega de Il Giornale Luigi Mascheroni, ha presentato il suo ultimo libro "La modernità di un antimoderno. Tutto il pensiero di un ribelle" dal quale emerge la sua visione del mondo. Una visione scomoda che si scontra con la cultura occidentale e con tutto ciò che è moderno e tecnologico. «Siamo su una macchina che continua a sgasare nonostante abbia davanti un muro», la metafora usata dal giornalista-scrittore che non vede futuro in una società basata sulla globalizzazione e sulla concorrenza e che presto sarà costretta a riversare nelle campagna. 

Il vuoto è di valori in un'epoca in cui «destra e sinistra non sono più capaci di comprendere le esigenze esistenziali dell'uomo contemporaneo e dove a comandare è il denaro "sterco del demonio"», ha asserito Fini che del "post rivoluzione industriale" salva solo l'arte, la musica e la cultura.

Antiamericano, lascia il beneficio del dubbio a Trump – "vediamolo all'opera" – ma auspica una Europa autartica e politicamente come unica via per resistere alla globalizzazione mentre sullo scontro con l'Isis, la partita la si gioca con le donne. 

Infine una nota sul mestiere di giornalismo che si dove fare  prima coi piedi che con la testa: «Gli strumenti tecnologici oggi rendono pigri: non si fa buon giornalismo seduti».

 

 

Redazione
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Pubblicato il 16 Marzo 2017
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