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Confartigianato Alto Milanese: «Il 70% delle nostre imprese sono chiuse»

Chi opera per garantire servizi essenziali fatica a trovare i dispositivi per la sicurezza - Confartigianato resta aperta e lavora in smartworking LETTURE, ECCO IL PROGETTO CSBNO "LA BIBLIOTECA E' CON TE" ZTL DEL CENTRO APERTA PER ASSISTERE PERSONE ISOLATE

Abbiamo ospitato in diretta il segretario generale di Confartigianato Alto Milanese, Giacomo Rossini. L'associazione di categoria  rappresenta 1200 imprese del territorio che si trovano ad affrontare una crisi mai vista prima.

[pubblicita] Circa il 70% di queste sono chiuse e il restante 30% lavora per assicurare servizi essenziali dei quali non è possibile fare a meno: «L' ultimo decreto – spiega Rossini – non è così chiaro sulle attività che possono rimanere aperte oppure no: tra i nostri associati c'è confusione. Le lavanderie, ad esempio, possono rimanere aperte, ma abbiamo dovuto fare approfondimenti per esserne certi. Tante attività hanno poi deciso spontaneamente di rimanere chiuse, anche perché il lavoro è precipitato. E anche chi offre servizi essenziali, come le aziende di impiantistica, non effettua la manutenzione canonica ma interviene solo in casi di emergenza». Idraulici e tecnici entrano nelle case solo se gli interventi richiesti sono indispensabili: «Entrano nelle case bardati – spiega Rossini – con le tute e tutti i dispositivi per garantire la sicurezza, dispositivi che però sono difficili da trovare e quelle imprese che non li hanno a disposizione preferiscono non mettere a rischio dipendenti e clienti e rispondono negativamente alle chiamate».  

Confartigianato continua a  sostenere e aiutare, per quanto possibile, i suoi associati operando in smart working, da casa: «Un'operazione organizzata in tempi rapidi, da casa i nostri operatori garantiscono i servizi, rispondendo a mail e al telefono l'operatività. Per le imprese che ci chiamano è cambiato poco niente», assicura Rossini. 

Per quanto riguarda gli aiuti alle imprese in questa emergenza, i provvedimenti invece sono quelli inseriti nel decreto "Cura Italia" «L'indennità di 600 euro per le partite iva che potrà essere richiesta da settimana prossima  tramite il portale Inps, i patronati o anche attraverso la nostra associazione  – spiega il segretario di Confartigianato – Un aiuto tampone ma di certo non sufficiente per chi ha chiuso e deve saldare fornitori, pagare affitti e spese. Ne dovranno seguire altri La fiducia tra imprese c'è: chi riuscirà a partire lo farà a mille ,bisogna vedere se tutti potranno partire. Questa è la grande preoccupazione». 

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Marzo 2020
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