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Amga, il bilancio 2016 si chiude con il segno più

Il bilancio consolidato 2016 fa registrare un utile di 266.470 euro - In rosso Amga Sport- Uno dei prossimi obiettivi sarà il potenziamento del teleriscaldamento

Bilancio consolidato 2016 con il segno più per il Gruppo Amga, che ha chiuso l'esercizio relativo allo scorso anno con un utile pari a 266.470 euro. «Al di là del fatto che ci sia un utile – ha commentato il presidente Giovanni Geroldi –, il dato importante è che quest'ultimo arrivi nonostante il bilancio contenga anche una serie di attribuzioni a fondi che possiamo genericamente definire "fondi rischio". In questo modo, pensiamo che non ci siano più nei bilanci situazioni dalle quali possano scaturire risultati imprevisti».

I fondi rischio riguardano soprattutto situazioni relative ad Amga Sport, con la regolarizzazione di mancati versamenti che avrebbero dovuto essere fatti alla F.I.N. (Federazione Italiana Nuoto) e ad Aemme Linea Distribuzione, con i titoli di efficienza energetica, cioè i cosiddetti certificati bianchi, che quest'anno sono stati oggetto di un effetto borsistico speculativo sul quale peraltro le autorità competenti stanno effettuando i dovuti controlli.

All'interno del bilancio consolidato, risultato positivo per Amga Legnano (+568.407), per Aemme Linea Ambiente (+1.168.362) e per Aemme Linea Distribuzione (+729.937). A chiudere in rosso, come succede ormai da parecchi bilanci, Amga Sport (-936.522): «Quello di Amga Sport – ha tuttavia sottolineato Geroldi – è un risultato sì negativo, ma che va letto con attenzione: la gestione operativa presenta un saldo negativo di circa 350mila euro, si arriva agli oltre 900mila euro con l'appostamento dei fondi ad intento precauzionale». 

Per Amga Sport, peraltro, si è recentemente reso necessario approntare un piano di risanamento (qui il servizio): «Molti hanno visto il piano di risanamento come un aver messo le briglie a questa azienda – ha chiarito il presidente –, ma in realtà è stata un'opportunità. Il d.lgs. 175/2016, infatti, ha dato la possibilità alle società pubbliche con un disavanzo sistematico, soprattutto se gestiscono servizi di utilità collettiva, di proseguire nella propria attività tramite un piano di risanamento, e proprio lavorando al piano di risanamento – ha proseguito Geroldi – abbiamo elaborato un'analisi molto approfondita in relazione di tutto ciò che concerne Amga Sport, dalla quale sono emersi tutti gli elementi necessari ad individuare le soluzioni più opportune».

Tra i punti focali sui quali si è concentrata quest'anno l'attenzione del Gruppo Amga, c'è poi l'indebitamento: «Quest'anno abbiamo fatto un grossissimo lavoro sull’indebitamento – ha infatti spiegato Giovanni Geroldi –, soprattutto sulla struttura del debito. Il problema principale è quello dell’onerosità: il debito, infatti, è storicizzato, e al momento in cui è stato contratto, poichè eravamo considerati un debitore non particolarmente affidabile, le condizioni imposte sul debito erano abbastanza penalizzanti. Ora stiamo portando avanti un’attività di rinegoziazione delle condizioni del debito, e quest'anno siamo passati dai 2,5 milioni di euro di interessi passivi del 2012 a circa 600mila euro. Nella rimodellatura, poi, siamo riusciti anche a togliere le ipoteche».

Nel bilancio consolidato, oltre che i bilanci delle singole società controllate, però, confluiscono anche i bilanci delle aree di attività delle quali si occupa il gruppo. E allora un capitolo a parte è quello del teleriscaldamento, una delle aree sulle quali Amga ha intenzione di attivarsi per un potenziamento: «Stiamo cercando di intervenire con un bando per la costituzione di una nuova società, della quale naturalmente faremo parte – ha chiarito il presidente –. La ricerca si rivolge ad un partner che possa aiutarci a rafforzare il lato più debole, cioè quello del marketing, perchè il numero di allacciamenti è insoddisfacente al momento. Stiamo comunque già pensando ad alcune soluzioni, come un prolungamento della rete nella zona del vecchio ospedale, anche perchè lì le volumetrie sono importanti. In quella zona, poi, ci sono numerosi condomini degli anni '50 e '60 che non sono più al passo con il rispetto delle normative e devono rinnovare gli impianti, e noi siamo in grado di permettere loro di farlo risparmiando: con un impianto di teleriscaldamento, infatti, i costi di gestione sono allineati a quelli degli impianti a metano, ma si eliminano spese di manutenzione e noie burocratiche. L'impianto che abbiamo – ha concluso Geroldi –, dal punto di vista tecnico, è un buon impianto, ma ha bisogno di essere utilizzato per la sua capacità ottimale, che si aggira intorno all'80-90%, mentre al momento siamo circa al 50%». 

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Giugno 2017
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