Cartelli stradali divelti e traffico bloccato per far strada all'ultima delle tre turbine della commessa iraniana ha fatto ripartire la nuova Franco Tosi, clicca qui per il precedente servizio. È partita ieri sera, martedì 18 aprile, il macchinario lungo 64 metri montato tra le mura della storica fabbrica la cui permanenza in città è ancora una incognita. 

Intorno alle 21 si sono avviate le manovre per dar via al trasporto eccezionale che ha registrato un ritardo di 4 mesi a causa del crollo del ponte di Annone verificatosi lo scorso ottobre in provincia di Lecco. Un disastro che ha messo in difficoltà non solo l'azienda legnanese che, oltre ad aver studiato un nuovo percorso per raggiungere il porto di Genova, ha dovuto presentare una nuova domanda per spostare la turbina.  

Alle 22 e 20, la turbina di 180 tonnellate è uscita dai vecchi cancelli vicino al Cimitero Monumentale e e per diversi minuti il traffico è rimasto bloccato per permettere allo speciale mezzo di effettuare le manovre. I tecnici hanno tolto, momentaneamente, tutte le indicazioni stradali che rappresentavano un ostacolo e permesso al mezzo di mettersi su strada e raggiungere, in 10 giorni, il porto di Genova dove la turbina, da 160 megawatt, verrà imbarcata per raggiungere il porto di Bandar Assaluyeh in Iran.

 «la collaborazione con l'Iran non finisce qui – ha annunciato Barbara Di Febo in Presezzi, alla guida dell'azienda con il marito Alberto Presezzi – Dobbiamo concludere una grossa commessa che ci assicurerebbe cinque anni di lavoro il cui valore è pari a 250milioni di euro. Anche in questo caso è tutto nella mani del Ministero Economico».

L'imprenditore, davanti alla turbina avvolta in uno speciale telo isolante, che riflette i raggi del sole, si è mostrato deciso a tutto per far crescere l'azienda anche a costo di traslocare a Burago clicca qui per il precedente servizio: «Attendiamo la perizia ambientale per capire se sarà possibile aprire una trattativa e restare in città. Ci aspettiamo l'aiuto concreto del Ministero».

Galleria a cura di Luigi Frigo