Non potrà più avvicinarsi alla madre il figlio violento che per un anno l'ha perseguitata per questioni di finanziarie. Al 23enne di origine albanese, residente a Gorla Minore e incensurato, è stato imposto il divieto di avvicinamento al domicilio e ai luoghi frequentati dalla parte offesa. La notifica è stata eseguita dai Carabinieri di Busto Arsizio. 

Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizo che ha accolto integralmente gli esiti delle attivià d'indagine svolte dai militari della Stazione di Fagnano Olona. Verifiche iniziate a seguito della denuncia presentata lo scorso dicembre dalla stessa madre del 23enne. I carabinieri dalla Compagnia di Busto Arsizio. 

La vittima di 52 anni ha raccontato di aver subito, durante il 2017, continui maltrattamenti e atti persecutori da parte del figlio che conutinuava a richiedere denaro. L'escalation di violenze è culminata quando il ragazzo ha aggredito fisicamente la donna rompendole un braccio. 

Un caso che va ad aggiungersi al lungo elenco di epsisodi "catalogati" come maltrattamenti in famiglia. Proprio in questi giorni i carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio hanno arrestato un 65enne che ha sferrato un pugno sul volto della moglie e minacciato la figlia. Oltre che fermato un giovanissimo 19enne che per questioni di denaro ha picchiato il proprio padre.

La violenza di genere è diffusa tanto che il pronto soccorso dell'Ospedale di Legnano registra un caso ogni 5 giorni: donne percosse, vittime di vessazioni psicologiche, minacce e stalking. L'unico segnale positivo rilevato dal mondo dell'emergenza è il cambiamento culturale attualmente in atto: la donna tende a rompere il silenzio, anche se il sommerso rappresenta ancora una fetta di popolazione importante.