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Giorgia, sangiorgese a Londra: «A breve chiuderà tutto anche qui»

Giorgia, dottoranda sangiorgese che da quattro anni vive a Londra, ci ha raccontanto come viene vissuta a Londra l'emergenza sanitaria che ha colpito l'Italia in queste settimane

Londra, St. Thomas' Hospital, uno dei centri di ricezione individuati per eventuali casi di coronavirus. Da lì, punto di osservazione "privilegiato", Giorgia Milotta, dottoranda originaria di San Giorgio su Legnano che ormai da quattro anni vive nella capitale inglese, ci ha raccontato che aria tira sulle sponde del Tamigi rispetto all'emergenza sanitaria che ha colpito la nostra penisola e soprattutto la Lombardia in queste settimane.

[pubblicita]Giorgia, come stai vivendo la situazione che c'è in Italia da lontano?
«Un po' di preoccupazione c'è, anche dettata dal fatto che in caso di necessità non sia possibile spostarsi. Spero che uscendo di casa solo per quanto è strettamente necessario la situazione possa essere arginata». 

Che immagine arriva a Londra della situazione italiana?
«Qui non ho la tv a casa e quindi non vedo telegiornali, anche i quotidiani riportano le notizie in modo abbastanza "secco", senza particolari commenti. Ma in alcuni ospedali al personale hanno chiesto dichiarazioni sui soggiorni in Italia o sugli incontri con italiani o comunque con persone che siano state in Italia negli ultimi mesi. Sono stati bloccati i voli dall'Italia, e forse alcuni si tengono un po' più a distanza dagli italiani».

Come sta affrontando l'"emergenza coronavirus" Londra?
«A Londra inizialmente hanno fatto una campagna di sensibilizzazione massiccia per l’autoisolamento anche in caso di lievi sintomi, sopratutto dopo che la situazione è esplosa in Italia. Chiunque torni da zone con alta percentuali di casi viene messo in quarantena preventiva e c’è un numero dedicato da chiamare in caso si sospetti di essere stati contagiati. Da questa settimana i ricercatori del mio dipartimento sono stati invitati ufficialmente a lavorare da casa, e lo stesso invito è arrivato anche da molti datori di lavoro privati. Sono state sospese le manifestazioni sportive e gli over 70, anche se non hanno sintomi, al momento sono in autoisolamento, così come si deve mettere in isolamento chi ha febbre o tosse insieme alle persone che vivono nella stessa casa. A breve anche qui dovrebbe chiudere tutto, come è stato fatto in Italia».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 19 Marzo 2020
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