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Caso piscina a Cerro Maggiore, NAM cita in giudizio il Comune

"Il pericolo, poi, che da un momento all’altro la piscina venga chiusa è tutt’altro che remoto"

Il "caso piscina", a Cerro Maggiore, è tutto tranne che vicino a un punto fermo. L'attuale gestore della piscina, Nuoto Alto Milanese, avrebbe dovuto lasciare l'impianto di via Boccaccio entro il 4 gennaio 2020. Ma così non è stato. E, anzi, NAM ha deciso di notificare al Comune un atto di citazione avanti al Tribunale Ordinario di Milano, «dopo aver ricevuto dalla precedente amministrazione aiuti e supporto che probabilmente non avrebbe meritato di ricevere e forse non le erano neppure dovuti».

«Basti considerare che, al fine ovvio ed imprescindibile di garantire a tutti i cittadini e all’utenza la possibilità di utilizzare la piscina, il Comune si è fatto carico di pagare il mutuo contratto da NAM verso l’Istituto del Credito Sportivo. NAM, infatti, si è sempre ben guardata dal provvedere direttamente – commentano dall'attuale amministrazione comunale guidata dal sindaco Nuccia Berra –. Il pericolo, poi, che da un momento all’altro la piscina venga chiusa è tutt’altro che remoto. NAM vorrebbe addirittura reclamare la proprietà della piscina attraverso una società privata diversa, ma ad essa connessa. È facile capire che la nostra amministrazione non può accettare una presa di posizione di questa portata. Per questo, stiamo approfondendo con i legali del Comune tutti gli strumenti utilizzabili a tutela dei cittadini e degli utenti della piscina per evitare che errori e superficialità commesse nel passato si trasformino, oggi, in un danno per la collettività di Cerro Maggiore».

[pubblicita] L'ente, in qualità di garante, nei mesi scorsi si era visto costretto al pagamento di 1,65 milioni di euro all'istituto per il credito sportivo (ICS) a causa di inadempienze del concessionario dell'impianto, la Nuoto Alto Milanese.

«Come amministrazione ci sentiamo in dovere di ribadire fermamente le decisioni assunte nei mesi scorsi e siamo decisi a far valere le ragioni del nostro Comune e della nostra comunità in ogni sede. Tutto ciò, è bene ribadirlo, volendo garantire la necessaria e continua accessibilità alla piscina, che è e rimane un servizio pubblico – concludono dall'amministrazione comunale – Sarebbe comunque interessante che NAM, e il gruppo di cui fa parte, spiegasse ai cittadini di Cerro Maggiore perché un bene destinato ad essere utilizzato dalla collettività, realizzato con denaro della collettività (il mutuo presso il credito sportivo ha finito per pagarlo il Comune), venga reclamato, con tanta forza da spingere l’avvio di un giudizio, da un soggetto privato. Ci rincresce dover constatare che nulla di tutto ciò sarebbe mai accaduto se solo NAM avesse fatto fronte ai propri doveri e agli impegni assunti con il Comune nel 2009 e nel 2014».

Redazione
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Pubblicato il 17 Gennaio 2020
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