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Mercatone Uno: chiesta la proroga per la cassa integrazione

I commissari stanno valutando le offerte pervenute per l’acquisto di 44 punti vendita - L'azienda a Legnano era però in affitto ed è ancora più forte l'ìncertezza per le 30 lavoratrici legnanesi

La vertenza Mercatone Uno è tornata sul tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico a Roma ma il "nodo" occupazionale non è stato risolto. Sarà infatti richiesta una proroga della cassa integrazione in scadenza a fine anno mentre i commissari stanno valutando le offerte pervenute per l’acquisto di 44 punti vendita. 

Proprio oggi, martedì 3 dicembre, le parti sindacali e i commissari fallimentari dell'azienda Shernon Holding si sono incontrati a Roma per capire quale sarà il futuro dellaa ex catena di ipermercati. Ma, purtroppo, come precisa Sabina Bigazzi della Filcams Cgil Nazionale, il percorso per «giungere ad una aggiudicazione definitiva è ancora lungo». 

[pubblicita]    I commissaristanno valutando le offerte (presentate da 12 pretendenti) che non risultano totalmente conformi al regolamento di vendita. Offerte che non riguardano però il punto di Legnano, però, che non è in vendita in quanto l'azienda era in affitto. Resta pertanto il problema occupazionale per le 30 ex dipendenti attualmente senza lavoro e in cassa integrazione.

«Le incertezze e la mancanza di dettagli indispensabili nei piani industriali stanno costringendo i commissari ad ulteriori approfondimenti e a trattative private con i singoli offerenti – spiega Bigazzi -. A fronte di ciò i commissari presenteranno richiesta di proroga del mandato e contestualmente sarà richiesta proroga della Cassa Integrazione straordinaria. Da parte nostra abbiamo colto con favore la disponibilità ad una informativa sufficientemente dettagliata dello stato, ma abbiamo sottolineato tutta la nostra preoccupazione relativamente alla tenuta occupazionale».

Da quanto è emerso durante l'incontro, è risultato evidente che i lavoratori, potenzialmente coinvolti in una futura cessione, sarebbero meno della metà del totale, ovvero 1699. Lavoratori che, prima del fallimento, accettarono importanti riduzioni orarie e retributive solo per avere garanzia di continuità occupazionale.  «La Filcams è fermamente contraria ad ulteriori riduzioni di personale – spiega Bigazzi  – Abbiamo chiesto alle istituzioni di attivarsi al fine di poter ricorrere per tempo alle Politiche Attive e continua la nostra campagna di sollecitazione nei confronti del Mise e del Ministero del lavoro, affinché i lavoratori, ritornando alle condizioni contrattuali preesistenti alla Shernon, possano percepire indennità di Cigs dignitose».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 03 Dicembre 2019
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