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Un sindaco-pastore, la speranza del nostro prevosto

Non un mercenario che dice "non è roba mia" - Una omelia indirizzata ai nostri politici per una riflessione comune

Il nostro prevosto, ma oseremmo scrivere la Chiesa di Legnano tutta, ha particolarmente a cuore il futuro della città che ha un suo concreto riferimento: la personalità del nuovo sindaco che la città sarà chiamata a eleggere nella prossima primavera.

Non c'è momento pubblico, liturgico oppure laico, in cui mons. Angelo Cairati non prenda spunto per delineare la figura ideale del politico chiamato a Palazzo Malinverni. Inizialmente ci aveva invitati a trovare un uomo (ma anche una donna) "non pieno di sè e consapevole della sua ignoranza, per circondarsi di validi consiglieri". Stasera, alla messa del Santo Patrono, è andato un po' più in là e ci ha sollecitato due immagini tra cui scegliere, quella del pastore e quella del mercenario, senza lasciarci alternativa: "Non è facile oggi essere pastori, sia in ambito religioso, sia in ambito civile. La gestione delle persone è affare impegnativo. Ma non è legittimo affrontare il mandato di governo pubblico o religioso con lo spirito mercenario di chi dice: non è roba mia. Né può farlo chi non ha una buona resilienza agli urti, talvolta aspri, che l’esposizione pubblica, a torto o a ragione, non risparmia".

[pubblicita]      Ma quali devono essere i compiti di questo sindaco-pastore? Don Angelo ne suggerisce tre. Anzitutto, deve favorire l’emergere dei beni relazionali nella comunità: "Se vogliamo che la gente abbia a cuore il bene comune – così monsignore dal pulpito – va mutata la qualità delle nostre relazioni: la sfiducia, l’intervenire emozionalmente sul sentito dire, la volgarità del linguaggio, l’altrui denigrazione con attacchi personali e agli affetti più cari, la condanna inappellabile, l’uso distorto dei mezzi di comunicazione sociale. Il tessuto sociale va costantemente rigenerato, anche a Legnano, raccontando il positivo che c’è, l’onestà di tanta gente che cura il lavoro, gli affetti e si presta volentieri nel tempo libero".

Il nuovo sindaco deve poi promuovere un lavoro intergenerazionale: "Guardiamo con simpatia l’affacciarsi di giovani donne e giovani uomini in politica,  anche nella nostra Legnano. Vanno preparati e non utilizzati, pena la loro disillusione e il conseguente disamore alla cosa pubblica. Auspichiamo cammini formativi trasversali, condivisione di valori comuni, pur nei diversi riferimenti politici, ferma condanna di ogni forma di disumanità, amore alla vita di tutti, discriminazione di nessuno per sesso, colore della pelle, fede religiosa, ceto e censo".

Infine, il sindaco ideale dovrà prendersi cura delle fragilità: " Non scenderà a compromessi vergognosi e non cederà a lusinghe corruttive. La casa, il lavoro, la fatica delle coppie, gli anziani, l’integrazione di chi arriva, l’attenzione agli edifici scolastici e di chi ne usufruisce, lo snellimento burocratico, la cura del creato debbono essere affrontati con spirito di sussidiarietà"

"La Città ha patito già abbastanza, ci appelliamo a tutti coloro che entreranno nell’agone elettorale: che la gente abbia a scegliervi non per la denigrazione dell’avversario, ma per la bellezza dei vostri programmi, per il fascino etico delle vostre persone, per il vostro desiderio di promuovere un’amicizia civica tra tutte le forze presenti sul territorio. La nostra preghiera vi accompagna", la conclusione di mons. Angelo Carati, il nostro prevosto. 

All'uscita dalla Basilica, qualche fedele (poche le presenze, come spesso accade in questa celebrazione) si è subito fermato ad accendere un cero. Preoccupato per le sorti della città, ha accolto subito l'invito del nostro prevosto alla preghiera e non ha perso tempo…

Per il testo integrale della omelia, cliccare qui

 

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Novembre 2019
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