Oltre 3 milioni di euro di utile e un margine operativo di 600mila euro da un lato, e la non sussistenza del regime in house dall'altro: sono questi i dati salienti che emergono dal bilancio di ACCAM approvato martedì 30 luglio.

[pubblicita]         La legge Madia, infatti, prevede che per poter considerare una società in house almeno l'80% del fatturato debba essere generato da attività svolte per conto dei soci. Ovvero, nel caso di Accam, i Comuni. Al momento però la spa non supera la soglia del 70%, con il risultato che dopo l'assemblea di ieri l’azienda avrà tre mesi di tempo per cambiare lo statuto e i comuni ne avranno sei per le procedure di gara del servizio di smaltimento dei rifiuti.

L'obiettivo per il consorzio è comunque quello di rimanere a gestione in house passando – se i tempi dovessero essere troppo lunghi – per una fase di gare. 

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