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Giunta Rossi e impianti sportivi: “Noi non avremmo adottato un contratto PPP”

Per l'amministrazione comunale, "sarebbe stato meglio “spalmare” le opere nel corso degli anni, mantenendo un controllo diretto e dando in concessione la gestione dei servizi sportivi"

La situazione degli impianti sportivi segna il primo problema per la neo Giunta Rossi. Il rischio di una paralisi dell'attività da parte delle associazioni è oggetto di discussioni a livello politico. Così, dopo un comunicato della amministrazione comunale e una replica della lista Per San Vittore Olona , oggi ecco ulterori chiarimenti sul  contratto di Parternariato Pubblico Privato, pincipale motivo di dibattito a San Vittore Olona. In questo contesto, come anticipato in occasione del Consiglio comunale del 9 luglio scorso, è stato convocato, nel pomeriggio di giovedì 18 luglio, un tavolo tecnico intorno al quale sono stati invitati i rappresentanti delle associazioni sportive interessate e tutti i consiglieri comunali  per approfondire i complessi aspetti della vicenda. Di seguito il comunicato del Comune

[pubblicita]     L’Amministrazione non ha intenzione di risolvere il contratto, ma di concludere al più presto le procedure necessarie per l’inizio dei lavori.

In tal senso, si ricorda  che l’ufficio tecnico comunale sta effettuando le dovute verifiche e richiedendo le necessarie integrazioni all’ ATI, al fine di approvare con la massima accuratezza il progetto  esecutivo.

Trattandosi di un’opera complessa, entrano in campo differenti soggetti: il direttore dei lavori, il verificatore ed enti esterni che devono adottare pareri e autorizzazioni.

Del resto, anche tra la proposta di aggiudicazione e la stipulazione del contratto sono passati sei mesi  (da ottobre 2018 al 30 aprile 2019).

 Conseguentemente, si può comprendere come non vi sia una volontà dilatoria da parte dell’Amministrazione attualmente in carica.

Il PPP, ricordiamo, è stato scelto pechè consentiva di non considerare l’operazione come debito a bilancio.

All’epoca non era consentito accendere un mutuo e questa modalità consentiva di accelerare i tempi per la realizzazione dell’intervento.

Sulla circostanza che sia  buona forma contrattuale, dipende. Se si parte da un prato e si vuole costruire un impianto sportivo, la gestione contrattuale è relativamente semplice. Se, invece, s’inseriscono nel contratto/progetto impianti già esistenti, come nel nostro caso, le manutenzioni straordinarie diventano fonte di contenzioso quasi certa.

Il contratto non è stato ben redatto, perchè rispetta formalmente la giurisprudenza della Corte dei Conti in materia, senza però tener presente conseguenze importanti numerose e non riassumibili in poche righe.

I rischi al 26 maggio erano molti e importanti. Il progetto definitivo non riportava il dimensionamento degli impianti termici ed elettrici. Nelle intenzioni dell’ Amministrazione Vercesi il progetto esecutivo avrebbe dovuto essere approvato entro il 5 giugno; in quei giorni è emerso che mancavano dei documenti progettuali, il capitolato speciale d’appalto e il computo metrico. La direzione lavori ha dichiarato, quindi, l’impossibilità tecnica di inizio lavori.

Il 10 giugno l’Ufficio Tecnico ha richiesto un’importante integrazione dei documenti progettuali (di fatto una revisione) senza alcun esito per un mese e tuttora mancanti.

Non era possibile completare i lavori entro il mese di settembre 2019, nemmeno con l’Amministrazione precedente. Il contratto è chiarissimo su questo aspetto: le attività di cantiere richiederanno 300 giorni di calendario dalla data inizio lavori, al momento non preventivabile a causa delle gravi lacune progettuali.

L’attuale sospensione  dei lavori porterà vantaggi alle associazioni e alla cittadinanza. Due vantaggi fondamentali:

1) la possibilità di un controllo accurato e puntuale dei lavori in corso;

2) la certezza di poter pretendere lavori eseguiti a regola d’arte, senza approssimazioni, e tali da non dover essere rifatti e ripagati all’infinito.

Noi non avremmo adottato una forma contrattuale quale il PPP. Riteniamo che tale fattispecie abbia limiti strutturali. In primo luogo viene dato il diritto di superficie a un istituto di credito con la conseguenza di una sostanziale privatizzazione di un’opera pubblica  senza un vantaggio proporzionato per il Comune. Infine, ma non in ordine di importanza,  una struttura pubblica viene esternalizzata (per ben 33 anni) e il Comune può solo controllarla, senza aver la possibilità di effettuare interventi di alcun tipo.

Forse sarebbe stato meglio “spalmare” le opere nel corso degli anni, mantenendo un controllo diretto da parte del Comune su un’opera pubblica e dando in concessione la gestione dei servizi sportivi.

Possiamo uscire da questa situazione di stallo con una pianificazione dei lavori che separi i due siti e consenta di ridurre al minimo l’impatto dei lavori sulle attività sportive come espressamente previsto dal contratto. Tale aspetto è stato totalmente trascurato dall’Amministrazione Vercesi.

L’Amministrazione di San Vittore Olona

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 16 Luglio 2019
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