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“Libero” diffama la Cooperativa Intrecci: dovrà pagare 25mila euro

Il giudice ha riconosciuto la portata diffamatoria del contenuto di un articolo pubblicato nel 2017 - Con sede a Rho, la cooperativa è attiva in tutto il Legnanese

La prima sezione civile del Tribunale di Milano ha condannato, in questi giorni, Editoriale Libero società proprietaria dell'omonimo quotidiano a risarcire con un importo di 25mila euro la Cooperativa Intrecci con sede a Rho.

Il giudice ha riconosciuto la portata diffamatoria del contenuto di un articolo pubblicato nel 2017. Il quotidiano Libero aveva infatti pubblicato in prima pagina un articolo dal titolo “Turpe speculazione. Elenco dei papponi che si arricchiscono con la tratta dei neri. Nel 2016 fatturati miliardari per coop ed associazioni cattoliche”. Il testo, che faceva riferimento in modo particolare all’accoglienza di persone richiedenti asilo, citava esplicitamente, tra le altre, proprio la cooperativa della Caritas.

[pubblicita]     Il titolo del quotidiano, di cui è direttore editoriale Vittorio Feltri, secondo la sentenza, ha volontariamente ricercato l’offesa gratuita nei confronti di chi “lecitamente percepisce contributi per lo svolgimento di essenziali attività d’assistenza”. Per l’enfasi dell’articolo (“pubblicato in prima pagina, quasi fosse la notizia del giorno”) e l’esclusiva finalizzazione “alla derisione ed insinuazione del carattere para-delittuoso del ricevimento di fondi per lo svolgimento delle attività” della cooperativa, Libero è stato condannato a risarcire i danni per un totale di 25mila euro. 

"La sanzione di questo tipo di linguaggio e comunicazione – ha commentato il presidente di Intrecci Mario Salis, conosciuta nel Legnanese per  la gestione del progetto Sprar e quello di Housing sociale – non può che farci piacere. Il tema dell’accoglienza, infatti, è da troppo tempo stressato da toni e offese che non mirano a costruire il bene comune, ma a creare un nemico da additare al rancore sociale. Non è questa la strada da percorrere per costruire una convivenza civile degna del nostro Paese".

"Ci auguriamo che questa sentenza aiuti a ristabilire i termini del dibattito pubblico anche su un tema così divisivo come è diventato quello della migrazioni  spiega invece il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 19 Giugno 2019
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