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Tangenti in Lombardia: tra i 43 fermi anche politici e imprenditori

Tra gli esponenti di spicco arrestati, il vice coordinatore regionale Pietro Tatarella e Fabio Altitonante

Sono 43 le persone coinvolte a vario titolo nella maxi operazione antimafia svolta nelle province di Milano, Varese, Monza e della Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti. Ben 250 militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Varese e dei Carabinieri di Monza Brianza, con il supporto dei reparti territorialmente competenti hanno dato in esecuzione, questa mattina (martedì 7 maggio) a un provvedimento cautelare personale. 

Un'inchiesta, che secondo gli inquirenti dimostra quanto sia facile eludere la normativa antimafia, in particolare la certificazione richiesta per accedere a commesse pubbliche. 

Nello specifico sono 12 le persone in carcere, 16 agli arresti domiciliari, 3 all’obbligo di dimora e 12 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutti sono ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, e finalizzata al compimento di plurimi delitti di corruzione, finanziamento illecito ai partiti politici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazione per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abusi d’ufficio. 

Tra gli arrestati anche amministratori pubblici, imprenditori e politici di Forza Italia. E come riporta La Stampa sono quattro gli esponenti di spicco arrestati: il vice coordinatore regionale Pietro Tatarella (che è anche consigliere comunale e candidato alle prossime Europee per l’area Nord Ovest); Fabio Altitonante, assessore regionale Rigenerazione e sviluppo area Expo nonché sottosegretario in Regione; Diego Sozzani, deputato parlamentare e membro della Commissione permanente trasporti, poste e telecomunicazioni (per lui solo la richiesta su cui dovrà decidere il Parlamento); Carmine Gorrasi, consigliere comunale e coordinatore Forza Italia a Busto Arsizio. Tatarella è stato portato in carcere, gli altri sono ai domiciliari.

Alcuni dei coinvolti sono risultati esponenti del consiglio di amministrazione del Consorzio Accam (Associazione Comuni Comprensorio Alto Milanese).

I provvedimenti, emessi dal G.I.P. del Tribunale di Milano (dr.ssa Raffaella Mascarino), su richiesta della Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia (Procuratore Aggiunto dr.ssa Alessandra Dolci e i sostituti procuratori dr.ssa Silvia Bonardi, dott. Adriano Scudieri e dott. Luigi Furno), all’esito di attività investigativa sviluppata dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Busto Arsizio e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Monza, hanno fatto emergere l’esistenza di due sodalizi criminali, attivi nelle province di Milano e Varese. 

Entrambi costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, dediti alla commissione di più delitti di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici. Il reato associativo di cui all’art. 416 c.p. è stato contestato a 9 delle 95 persone complessivamente indagate. 

APPALTI INQUINATI – Tra i personaggi chiave dell'articolata l'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano l'imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali Daniele D'Alfonso della Ecol-Service srl, che opera nel settore raccolta rifiuti e bonifiche. L'uomo è chiamato a rispondere dell'aggravante di favoreggiamento della 'ndrangheta: con gli appalti ottenuti, in cambio di tangenti, avrebbe dato lavoro a persone legate alla famiglia calabrese dei Molluso di Buccinasco. 

Tutta l'operazione è iniziata dall'imprenditore R. Napoli (soggetto già indagato ed implicato nell'operazione Infinito). La DDA ha monitorato i suoi movimenti e i rapporti con D'Alfonso, legato al mondo politico. In questo modo è stato possibile ricostruire il diffuso inquinamento degli appalti pubblici. Sono due le turbative d'asta accertate: il servizio neve per Milano e i comuni limitrofi per il 2017 e 2021 e il teleriscaldamento A2A. Sono oltre 50 gli imprenditori coinvolti, che si sono spartiti i lotti a tavolino. 

GALLARATE – Secondo quanto ricostruito, il sistema nella provincia di Varese ha assunto un profilo più sistematico: l'organizzazione con un vertice teneva le redini di servizi importati, come quelli per la gestione della raccolta dei rifiuti e per il sistema idrico integrato. In questo contesto è emersa come figura chiave l'ex coordinatore provinciale di Forza Italia di Varese Gioacchino Caianiello.

Ed è qui che è emersa la presunta istigazione alla corruzione nei confronti di Attilio Fontana, la cui posizione è in fase di verifica. Gli inquirenti hanno sottolineato che stanno effettuando accertamenti anche nei confronti della socia di studio del presidente, che ha ottenuto un incarico dalla Regione Lombardia.

 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 07 Maggio 2019
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