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Lavoratori Tosi deportati a Mauthausen: l’intervento di Primo Minelli

L'intervento del presidente Anpi durante il 75esimo anniversario per commemorare i deportati a Mauthausen della Franco Tosi.

L'intervento del presidente Anpi Primo Minelli durante il 75esimo anniversario per commemorare i deportati a Mauthausen della Franco Tosi.


In questo luogo vengono ricordati i deportati della F. Tosi, i Partigiani e coloro che collaborarono con la Resistenza nel terribile biennio “43 -”45. Il ricordo di quegli eventi è tuttora vivo nella nostra città, basta leggere la commovente lettera inviata ai giornali dal figlio di Paolo Cattaneo, unico superstite alla deportazione degli operai F. Tosi, morto successivamente in seguito a quella drammatica esperienza. Questi uomini ci hanno lasciato un’eredità politica e morale legata a valori di libertà e di democrazia che sono racchiusi dentro la nostra carta Costituzionale.

Costituzione che è patrimonio di tutti, Governo e Parlamento, maggioranze politiche e minoranze, che, con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella dobbiamo difendere, affermando il senso di comunità. I valori costituzionali che hanno attualità pregnante stante al clima che stiamo vivendo: odio, razzismo, disprezzo per le diverse opinioni o per diversi orientamenti di genere. 

È di pochi giorni fa l’aggressione fascista a due giornalisti dell’Espresso. Tutto ciò a dimostrazione che l’antifascismo non è il passato. 1 In un intervento presso una scuola e successivamente al Senato, la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, ripete continuamente “ho visto parole d’odio trasformarsi in dittatura e poi in sterminio”. Un monito per ricordarci che le parole sono pietre e che le tragedie politiche ed umane non nascono dalla sera alla mattina, ma sono figlie di processi politici e culturali lenti e costanti, che se non combattuti subito, rischiano di avere sbocchi tragici.

Le parole possono trasformarsi in fatti. Ricordare questi uomini e sopratutto onorarli significa combattere atti legislativi e politici di un tempo lontano che pensavamo di avere abolito, ma che purtroppo si stanno riproponendo. Il razzismo crescente, con parole d’ordine inaccettabili che seminano odio e poi sfociano in violenza le sentiamo negli stadi di calcio, ma li sentiamo purtroppo anche nelle semplici discussioni e anche in alcuni significativi interventi politici o istituzionali. La lotta di Liberazione fu una guerra alla guerra. Guerra provocata da nazionalismi e da crisi economico-sociali che ebbero sbocco con l’arrivo al potere, a furor di popolo, di dittatori che demolirono la democrazia. 2 Dittatori che condannarono ad anni di galera o a morte coloro che la pensavano diversamente. Agli uomini qui sepolti non possiamo far torto di non tenere alti i valori e i principi per cui hanno combattuto. Occorre quindi combattere il pericoloso declino della coesione sociale che il nostro Paese sta imboccando: no al rancore contro tutti e tutto, no all’interesse per se stessi a scapito dell’interesse del Paese, no alle derive che deridono le regole della democrazia rappresentativa.

La politica pur nella sua legittima dialettica ritrovi la strada della convivenza civile. Su queste tombe, all’indomani della Liberazione ci fu un giuramento: mai più fascismo, mai più guerre. Eppure stiamo vivendo un periodo dove, anche a Legnano, sono presenti formazioni politiche (casa pound o lealtà e azione) che invocano il ritorno al fascismo nel nuovo millennio, macchiandosi di atti che in molti casi sono stati condannati con sentenze dalla Magistratura. Cosi come stiamo vivendo il fenomeno del razzismo come fosse una normalità, con colpevole indifferenza, come quando furono emanate le famigerate leggi razziali. Ritroviamo umanità e solidarietà che sono stati fondamentali nel 3 combattere il fascismo, per uscire dalla guerra e dalla miseria in cui il nostro Paese era sprofondato. Miseria e poverta non sono colpe. Cosi come umanità non è buonismo.

Eppure stiamo pericolosamente imboccando una strada che vede nell’Europa il nemico principale elevando il nazionalismo come un nuovo totem. Nazionalismo che è stato ed è la causa di molte guerre. La nostra identità nazionale, che non è in discussione, è ben diversa dal nazionalismo.

Su queste tombe dobbiamo assumerci un impegno:ognuno di noi nei luoghi in cui opera deve combattere queste derive, sarà cosi onorato il ricordo degli operai della Franco Tosi e di tutti i Partigiani qui sepolti. Solo cosi gli diremo: non vi abbiamo dimenticati.

Primo Minelli pres. ANPI Legnano

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 01 Gennaio 2018
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