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Scarlino: “Sgomberare ex Eni di via Risorgimento”

Il consigliere comunale di Gente di Rho chiede di eliminare le “zone franche” garantite a suo modo di vedere da eccessiva tolleranza

“Non è minimamente tollerabile che a Rho vi siano zone franche nelle quali si possa fare quello che si vuole infischiandosene totalmente delle leggi”: a prendere posizione sulla situazione dell’area ex Eni di via Risorgimento è il consigliere comunale di Gente di Rho, Claudio Scarlino.  “È grave che nessuno si sia reso conto che per 24 ore, più di un migliaio di persone si stavamo sballando con fiumi di droga e alcool, all’interno di un’area occupata abusivamente – prosegue Scarlino riferendosi a quanto successo nel rave party dell’ultimo dell’anno -. Probabilmente la strage di Corinaldo nella quale sono morti diversi ragazzi non ha insegnato nulla né agli organizzatori abusivi della festa, ne all’amministrazione comunale rhodense, che in questa occasione ha dimostrato tutti i suoi limiti nel controllo del territorio. Le regole servono per evitare che qualcuno si faccia male, non dimentichiamoci che un ragazzino di sedici anni è finito in terapia intensiva per chissà quale pasticca ingerita, per non parlare del rischio che tutti gli occupanti hanno corso sballandosi in un capannone vecchio e trasandato, destinato ad altre finalità. Un altro aspetto fastidioso di questa vicenda è l’eccesso di disturbo alla quiete pubblica provocato dall’acustica dell’evento, protrattosi ininterrottamente per più di 24 ore, che ha causato giustificati malumori dei residenti”.
A Scarlino poco importa chi fossero gli organizzatori e accusa il sindaco Pietro Romano di eccessiva tolleranza: “Poco importa se gli organizzatori dell’evento siano esterni al centro sociale Fornace, è il principio che conta: in quell’area da diversi mesi a questa parte si fa di tutto e di più senza il minimo rispetto delle regole. Nessun permesso ottenuto, nessuna tassa pagata, nessuno scontrino emesso, tutto si conquista con prepotenza e strafottenza, per buona pace di tutte quelle associazioni e attività rhodensi oneste e rispettose delle leggi. Ma come può un Sindaco tollerare che nel comune che amministra si verifichino queste vicende? Come può un Sindaco non rendersi conto che nel suo comune 1400 persone hanno occupato un capannone, pompando musica, droga e alcool per più di 24 ore? Come può un Sindaco tollerare che nella stessa area da diversi mesi a questa parte un gruppo di occupanti organizza eventi con somministrazione di cibi e bevande a pagamento, senza battere nemmeno uno scontrino, nella totale inosservanza delle più basilari disposizioni normative. Romano in questa grave vicenda ha dimostrato che l’amministrazione comunale non ha sufficiente controllo del territorio e questo, in qualità di cittadino, ancor prima che da consigliere comunale, mi preoccupa molto. A Rho non ci devono più essere zone franche, nelle quali si possano infrangere liberamente le leggi: il Sindaco agisca immediatamente e garantisca il ripristino della legalità laddove, fino ad oggi, ha fallito pesantemente”.

 

Redazione
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Pubblicato il 08 Gennaio 2019
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