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“Forse non sapete che…” dedicato alle lotte operaie a Legnano cento anni fa

In città, nel 1917, vigeva la Legge Marziale e alla Franco Tosi si lavorava fino a 16 ore

Quando, nell’estate del '14, scoppiò la guerra europea, la quasi totalità dei salariati legnanesi sperò che vi fosse la possibilità di evitarla. Le sempre più gravi notizie e le stragi che si compivano sui teatri del fronte, sia occidentale che orientale, rendevano ancora più urgente la difesa di tale posizione.

Come sappiamo la borghesia italiana lentamente, intravvedendo la possibilità di ricavarsi un ruolo attivo nella spartizione delle zone d’influenza mondiali, scelse la guerra.

Diversi mesi prima della dichiarazione di guerra erano iniziati i richiami alle armi delle classi più giovani che proseguirono fino alla classe 1875.

Tutti i soldati richiamati si trovarono da quel momento con 50 centesimi di soldo giornaliero. Per le famiglie tale "somma" di denaro voleva dire la fame. Il sostegno delle famiglie dei richiamati fu affidato alla carità di chi traeva grandi profitti dalla guerra e dal mercato più o meno nero. I bambini dai 10 anni fino al richiamo militare divennero assieme alle donne il sostegno delle famiglie.

I prezzi delle derrate alimentari, dal 1914, iniziarono a crescere di settimana in settimana. Queste situazioni portarono i legnanesi a scendere subito in sciopero: per primi furono i tessili, seguiti a ruota dai dipendenti della Tosi.

Proprio nell’ottobre comparve la prima grossa novità di questo conflitto, rappresentata dalle fabbriche ausiliarie. Vennero definite "Ausiliarie" quelle fabbriche che direttamente producevano per l’esercito e sostenevano lo sforzo bellico.

I loro dipendenti da quel momento vennero considerati soldati, esentati dal richiamo in servizio, dovevano produrre e rispondere dal punto di vista disciplinare al tribunale militare e questo valeva anche per le donne e i bambini.

Venne creata una struttura burocratica che aveva il compito di gestire ed eventualmente mediare i conflitti tra lavoro e capitale, non si poteva scioperare e si doveva solo lavorare.

In Tosi da documenti relativi ad accordi salariali risulta che si lavorasse anche 16 ore al giorno e spesso anche di domenica.

Bloccata l’arma dello sciopero  i padroni ottennero che l’unico modo di compensare il sempre più grave aumento del carovita fosse il lavoro di tutte le braccia disponibili e gli straordinari.

In quegli anni solo le donne e i bambini non rischiavano di essere mandate al fronte e furono proprio loro la colonna portante delle numerosissime vertenze salariali.

Nell’aprile del 1917 scoppiò letteralmente uno sciopero dei tessili che ad oltranza per 10 giorni vide tutti gli operai di Legnano e zona percorrere le vie con cortei e picchetti per bloccare la produzione. I verbali dei carabinieri parlano di 10.000 donne e bambini in corteo per Corso Italia, nei fatti padroni della città; in quella occasione anche gli operai della Tosi si fermarono per qualche ora.

La vertenza si concluse il 30 aprile ma non si riprese il lavoro che dopo un’imponente manifestazione per celebrare il 1° maggio.

Da quel momento, superata la crisi, lo Stato corse ai ripari e decise di dichiarare Zona di Guerra l’intera provincia di Milano.

La rotta di Caporetto causò qualche ritardo ma dal dicembre 1917 tutti gli abitanti di Legnano dovettero subire la Legge Marziale con tanto di coprifuoco.

E' inutile dire che la Legge Marziale durò oltre la Vittoria (?) del 4 novembre del '18. Precisamente fino al primo gennaio '19.

Vittoria per tutti?

Gian Luigi Bandera


Questo articolo è presente in

"Legnano nella Grande Guerra 1915-18"

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Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Novembre 2018
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