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Viaggio nel Centro per l’Impiego, ecco come si trova lavoro

Chiacchierata con il direttore di Afol-Eurolavoro - Sulla riforma, ancora sconosciuta: «Se c'è un modello a cui tendere è il nostro» - Il 20% dei disoccupati viene inserito.

Quello che in molti non si aspettano. Il Centro per l'Impiego aiuta a trovare lavoro. Per "rimpolpare" l'offerta di personale (profilato) da sottoporre alle aziende, Afol-Eurolavoro, agenzia che racchiude i servizi dedicati al lavoro dell'AltoMilanese, Centro per l'Impiego compreso, ha addirittura organizzato un recruiting day, al quale hanno partecipato una cinquantina di giovani tra i 18 e i 29 anni in cerca di lavoro. Una decina di questi sono già stati assunti, gli altri sono stati segnalati ad imprese del territorio.

«Le occasioni di lavoro non mancano – spiega subito Maurizio Betelli, direttore generale di Afol – è però essenziale avere una qualifica tecnica o una specializzazione». Basta collegarsi al sito internet di Afol, cliccare sulla voce offerte e constatare che le figure più ricercate sono figure molto tecniche e impiegati specializzati. «Molto ricercati – continua Betelli – sono ad esempio idraulici ed elettricisti: le scuole non formano queste figure, che naturalmente sono però molto "ambite", e manca la fase di orientamento alla scelta del percorso scolastico». 

COME FUNZIONA IL CENTRO PER L'IMPIEGO – Il primo passo da compiere per un disoccupato che si rivolge al Centro per l'Impiego – in questo caso all'interno di Tecnocity in via XX Settembre a Legnano – è la Dichiarazione di Immediata Disponibilità, la cosiddetta DID, condizione necessaria per chiedere l'indennità di disoccupazione (Naspi). Sussidio che viene rilasciato solo a fronte di un Patto di Servizio Personalizzato che il disoccupato può scegliere di svolgere al Centro per l'Impiego ma anche in un'altra struttura accreditata. In questa fase l'operatore decide quale è la politica attiva migliore per la persona rimasta senza lavoro e, a secondo del bisogno e della fascia di profilo in cui questa è inserita, le viene proposto un percorso formativo e di inserimento lavorativo. Solo il 20% di questi servizi è però solitamente coperto dai fondi regionali: a Legnano la DOTE è rimasta chiusa da agosto ad ottobre. Il servizio pubblico è comunque obbligato a garantire politiche attive che Afol ha autofinanziato e garantito gratuitamente a chi si è loro rivolto. Le politiche attive consistono prevalentemente in corsi di formazione che Afol organizza anche nelle aule interne al Centro per l'Impiego, aule didattiche con pc potenziati per corsi di informatica con programmi pesanti e aule ono-to-one. Disponibili anche corsi a pagamento aperti a tutti. 

LE PERCENTUALI DI SUCCESSO – Delle 520 Doti prese in carito negli ultimi 6 mesi, il 20% ha trovato un impiego. «Un dato ben lontano del 2% di cui si parla nei servizi nazionali – commenta il direttore -. Percentuali simili a quelle delle più grandi strutture private. Nei primi sei mesi dell'anno abbiamo inoltre avuto 500 posti di lavoro richiesti da parte delle aziende, un dato in crescita rispetto agli anni scorsi».  

COSA CAMBIERÀ CON LA RIFORMA – Se la nuova riforma dei Centri per l'Impiego prevede un ruolo più attivo per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, una formazione continua in modo da non perdere la preparazione e acquisire nel tempo nuove competenze, Afol Alto Milanese è già pronta: «Se c'è un modello a cui tendere è il nostro – afferma Betelli – abbiamo competenze interne, personale formato e capace di sviluppare progetti individuali di analizzare i bisogni di organizzare attività corsuali che non ci sono sul territorio. Abbiamo ora l'esigenza di fare un governo di rete».  

Infine una considerazione sul Reddito di Cittadinanza che se vuole essere uno strumento contro la povertà, secondo Betelli non può funzionare: «Come agenzia non abbiamo ancora alcuna informazione in merito. Per prima cosa bisogna vedere se ci sarà un potenziamento del personale e una semplificazione degli atti amministrativi, che è quello di cui abbiamo bisogno. Nessuno sa quali saranno i compiti, sappiamo solo che le cose detto sul Reddito di Cittadinanza ci stanno creando problemi seri – spiega il direttore –: è pratica quotidiana che ci sia qualcuno che viene ad iscriversi solo perchè vuole essere pronto per quando ci sarà il reddito di cittadinanza, ma noi non sappiano né dove né quando partirà e neppure in quanto consiste. La lotta alla povertà deve essere affrontata con una équipe multisciplinare, se il reddito di cittadinanza è lotta alla povertà, è finto. É un sussidio che crea difformità e non incentiva la formazione: anche la condizione delle tre offerte di lavoro che non si possono rifiutare è poco realizzabile, ci si dimentica che il Centro per l'Impiego non è un'azienda di selezione, l'offerta di assunzione non è così immediata. Aspetto comunque di leggere la nuova legge e come sempre ci faremo trovare preparati». 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 07 Novembre 2018
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