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Impianto Forsu: dai comitati ancora dubbi sulla sostenibilità

Ambiente ed economia intrecciati a doppio filo nella "contro assemblea" promossa venerdì da associazioni e comitati contrari all'impianto che sorgerà in via Novara.

Ambiente ed economia intrecciati a doppio filo nella "contro assemblea" promossa venerdì sera, 12 ottobre, da associazioni e comitati contrari all'impianto Forsu che sorgerà in via Novara. Non hanno convinto i sostenitori del "no" le garanzie fornite da Aemme Linea Ambiente, da Asja Ambiente Italia e dall'amministrazione comunale durante le due assemblea organizzate proprio per spiegare il funzionamento della nuova struttura.

Nel mirino di comitati e associazioni, in primis le implicazioni ambientali. «Il progetto non si basa più sul biogas ma sul biometano – spiega Stefano Apuzzi, tra i relatori dell'assemblea, ma comunque per depurare il biogas e farne biometano sarà necessario stoccarlo, e se ci fosse una perdita di biogas o di biometano l'esplosione potrebbe succedere». A questa perplessità si aggiungono quelle legate ad emissioni odorigine e in falda, rispetto alle quali a comitati ed associazioni non sono bastate le rassicurazioni fornite dal futuro gestore, ed all'aumento del traffico.

Poi, l'aspetto economico, con il rischio che impianti come quello che verrà costruito vicino alla piattaforma ecologica «senza incentivi non siano economicamente sostenibili» e che «nel prossimo futuro i cittadini legnanesi si ritroveranno a pagare per lo smaltimento della Forsu più di quello che il mercato consentirebbe».

Da ultimo, i dubbi sull'iter burocratico-normativo. «La forsu non può essere raccolta da un'azienda controllata da Amga ed essere portata in un impianto controllato da Amga – continua Apuzzo –. Quando questo procedimento partirà, lo segnaleremo all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: le nromative europee e gli indirizzi di economia circolare prevedono che se un rifiuto ha un valore economico debba essere oggetto di una gara ad evidenza pubblica».

Di seguito il commento del Laboratorio di Quartiere Mazzafame e del Gruppo di Quartiere San Paolo sull'assemblea. 


Finalmente un’assemblea partecipata dai cittadini, quella di venerdì 12 ottobre al Centro Sociale di Mazzafame, organizzata dal Laboratorio di Quartiere Mazzafame e dal Gruppo di Quartiere San Paolo.

Si è parlato ancora dell’impianto di trattamento dei rifiuti urbani organici (Forsu) con produzione di biometano che si vuole costruire in Via Novara, ma questa volta non dal punto di vista di chi “vende” (i costruttori), ma piuttosto di chi compra (i cittadini) ed è giustamente preoccupato delle ricadute ambientali e sanitarie della faccenda.

Anche un’occasione persa per chi amministra Legnano, Amga e Asja Ambiente che, invitati, non hanno accettato di partecipare al contraddittorio (i primi due) o ha accettato (Asja Ambiente) ma si è poi defilato comunicando la sera prima che gli dispiaceva, ma non poteva più esserci.

Serata utile anche per allargare lo sguardo. Perché, oltre alle riserve ed obiezioni più volte sollevate dalle Associazioni che hanno organizzato l’assemblea, sia sul tipo di soluzione al problema dello smaltimento dei rifiuti, sulle sue caratteristiche intrinseche  e, come è stato sottolineato anche dal pubblico presente, sulla sua collocazione nel contesto di un parco e nelle vicinanze di un ospedale, sia sulla mancanza di una Valutazione di Impatto Ambientale per un impianto classificato dalla legge come “industria insalubre di prima classe”, i relatori hanno fornito anche un quadro generale del business degli impianti di produzione di biogas-biometano da Forsu in Italia.

Un mercato fiorente (siamo terzi nel mondo) all’inseguimento degli incentivi statali garantiti per vent’anni a chi investe in questo settore, tanto che di impianti simili nella sola Lombardia se ne contano già più di 500. Un mercato “drogato” i cui effetti potrebbero essere drammatici quando la “bolla” scoppierà: perché senza incentivi tali impianti non sono economicamente sostenibili e una loro chiusura riproporrebbe amplificato il problema che dovevano risolvere. Nell’immediato, la fondata certezza, dal punto di vista economico, è un’altra: proprio come conseguenza di quella stessa proliferazione di impianti, tutti alla ricerca di rifiuti che li alimentino, i costi di conferimento stanno scendendo, ma il Comune di Legnano ha firmato un contratto che lo vincola per vent’anni bloccando il prezzo. Il rischio è che nel prossimo futuro i cittadini legnanesi si ritroveranno a pagare per lo smaltimento della Forsu più di quello che il mercato consentirebbe. Con buona pace di chi spera di veder diminuire la propria bolletta della Tari.

Il progetto dell’impianto di biometano è attualmente in attesa dell’Autorizzazione Integrata Ambientale da parte di Città metropolitana: dalle osservazioni ed eventuali prescrizioni in essa contenute sarà possibile avere un quadro più esatto di ciò che si intende realizzare e di quanto si discosterà, in quanto a ricadute ambientali e sanitarie, dal precedente progetto autorizzato nel 2015. Le associazioni si ripromettono di continuare a mantenere alta l’attenzione e informare i cittadini, anche in considerazione del fatto che sull’elegante sito “legnanobiometano” non sono ancora disponibili le Relazione Tecniche relative al progetto legnanese.

Laboratorio di Quartiere Mazzafame
Gruppo di Quartiere San Paolo

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Ottobre 2018
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