Quantcast

Cerimonia in ricordo dei soldati cecoslovacchi nella Cappella-Ossario Maliverni

"Fa impressione vedere gli ex-nemici, uno di fronte all’altro, affratellati dalla morte", scrive il prof. Restelli, dopo l'evento all'ossario austro-ungarico

Centenario della Grande Guerra a Legnano

Cerimonia in ricordo dei soldati cecoslovacchi nella Cappella-Ossario Maliverni

Una suggestiva cerimonia si è svolta il giorno 24 settembre nel Cimitero monumentale di Corso Magenta all'interno della Cappella-Ossario che raccoglie le spoglie di soldati italiani e austro-ungarici.

Alla presenza di rappresentanti dell'ambasciata ceca e slovacca, dell'assessore Alpoggio, dell'Associarma di Legnano (cav. Cortese, presidente, e cav. Sciuccati, Assofante) e del presidente nazionale Fanti sono stati ricordati i soldati cecoslovacchi morti a Legnano alla fine della Grande Guerra (1919).

Dopo la loro morte furono seppelliti nel cimitero monumentale e due anni dopo trasferiti nella struttura sotterranea della Cappella-Ossario progettata dall'architetto Aristide Malinverni, lo stesso del Palazzo comunale.

 L'intera struttura fu inaugurata il 30 ottobre 1921 alla presenza delle più importanti autorità cittadine.

Il monumento è imponente: ha un diametro di ventidue metri e un’altezza complessiva di quindici metri. Sulla parte frontale compaiono i nomi di circa 250 soldati di Legnano che persero la vita sui vari fronti di battaglia. In realtà, secondo alcune ricerche che sono state da noi condotte recentemente, furono poco meno di 500 i giovani legnanesi uccisi o morti in seguito a ferite o malattie al fronte. Se pensiamo che allora nel 1915 Legnano aveva 26.000 abitanti siamo in grado di intuire la tragedia di tante famiglie.

Oltre ai  soldati morti in guerra dobbiamo considerare almeno un migliaio di feriti o traumatizzati dalla guerra i quali tornarono alle proprie case ma non dimenticarono mai l’orrore del fronte.

La cripta-ossario

Ma la vera curiosità del monumento di Malinverni è la cripta sottostante in cui vennero realizzate numerose cellette per permettere alle famiglie di riportare le spoglie del figlio o del parente dal fronte. Infatti durante i combattimenti i morti erano seppelliti come si poteva in improvvisati cimiteri a pochi chilometri dalla linea del fronte. Finita la guerra numerose famiglie in tutta Italia cercarono di riportare a casa il proprio caro, spesso senza riuscirci per problemi facilmente immaginabili, tra cui gli alti costi.

Consiglio a tutti di entrare almeno una volta nell’ossario. È come tornare indietro nel passato a quei giorni di pianto e cordoglio.

L’ossario austro-ungarico

Di fronte ai soldati di Legnano vi sono un’ottantina di cellette di ex militari dell’Impero austro-ungarico che morirono negli ospedali militari della nostra città e poi trovarono collocazione nell’ossario.

Fa impressione vedere gli ex-nemici, uno di fronte all’altro, affratellati dalla morte.

Sappiamo la nazionalità di ognuno di loro grazie a un documento trovato da Renata Pasquetto all'interno dell'archivio comunale. In totale sono 83 cellette dove riposano i resti di 60 cecoslovacchi, 10 ungheresi e 13 rumeni.

 Ottantatrè giovani e meno giovani che morirono tutti nella prima metà del '19. Sappiamo che erano prigionieri di guerra dopo la disfatta di Vittorio Veneto (“Caporetto” austro-ungarica), e poi morti a Legnano a causa dell’imperversare della pandemia influenzale chiamata “Spagnola”, che nel mondo provocò decine di milioni di morti.

Tutti morirono all'interno dei due ospedali in città gestiti dalla Croce Rossa: l'Ospedale Carducci (dove ora c'è la scuola elementare) e l'Ospedale Amigazzi (ora Istituto Barbara Melzi). Nell’impossibilità di riportarli in patria le autorità cittadine decisero di collocare le spoglie nell’ossario.

E' da apprezzare che le autorità legnanesi, in un clima politico di esaltazione nazionalistica, di denigrazione dell’avversario e di incipiente fascismo, abbiamo deciso di collocare nello stesso spazio vincitori e vinti.

Dal documento comunale da noi analizzato sorprende l'età dei soldati morti: si va dal più “vecchio” (classe 1872, quindi aveva 47 anni nel momento della morte) ai due più giovani: addirittura del 1901. Quindi avevano 18 anni quando morirono. Altri 7 erano della classe 1900.

https://drive.google.com/file/d/1IqgfvmEOEKSbCIAkIwjGiYi3j1AoBDNG/view

La giovanissima età (18-19 anni)  non deve sorprendere. Tutti noi ricordiamo la classe dei “Ragazzi del '99”, chiamati a combattere dopo Caporetto (quindi alla fine del '17) e i giovanissimi della classe del 1900 che sarebbero presto finiti in prima linea se la guerra non fosse finita nel novembre del '18.

Giovani buttati nella fornace di una guerra che ha provocato milioni di morti e ha anticipato gli orrori del secondo conflitto mondiale.

Giancarlo Restelli


Centenario Professionale e Sessantesimo Tecnico Bernocchi, "100+60 Bernocchi"

– L'ossario di Legnano è già stato meta di due commemorazioni da parte di autorità rumene

http://www.legnanonews.com/news/cronaca/916215/omaggio_ai_caduti_romeni_ma_non_solo

http://www.legnanonews.com/news/1/55205/

– Uno studente del Bernocchi (classe 1999) racconta di altri giovani del 1899

https://www.youtube.com/watch?v=722tp6-Rilc

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi in modo puntuale.
Pubblicato il 24 Settembre 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore