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Roberto Colombo e Alberto Fedeli incontrano il Nobel per la Pace Shirin Ebadi

Il sindaco di Canegrate e il consigliere di San Vittore Olona erano presenti ieri, venerdì 21, all'incontro a Milano

Shirin Ebadi nasce nel 1947 in Iran. Prima donna del Paese a diventare magistrato si impegna nelle battaglie per la difesa dei diritti umani e a favore della democrazia. Una lotta che le vale il Premio Nobel per la Pace nel 2003. Dal 2009 vive un esilio volontario per far conoscere la situazione dell'Iran all'estero. E ieri, venerdì 21, è stata ospite del Comune di Milano in occasione del seminario, promosso come ogni anno dalle Acli Milanesi e dal Coordinamento La Pace in Comune.

All'incontro, che ha visto una folta presenza di amministratori e del gruppo Acli, non sono mancati nemmeno volti noti del Legnanese. In particolare erano presenti il sindaco di Canegrate Roberto Colombo e il consigliere di opposizione di San Vittore Olona Alberto Fedeli.

«Canegrate fa parte dell associazione "Pace in comune" con le Acli e tante altre amministrazioni – spiega il primo cittadino canegratese -. L'incontro con la premio Nobel è stato emozionante. Anche perché è una donna minuta e all'apparenza fragile. Invece è una persona tosta che parla di democrazia e libertà come beni universali, senza mai una parola di odio verso il regime iraniano. Davvero una grande donna».

«Ho provato una grande emozione di fronte alla straordinaria testimonianza di questa donna musulmana coraggiosa, prima giudice donna in uno stato islamico, poi, dopo la rivoluzione komeinista in Iran, avvocato a tutela dei diritti umani e delle donne calpestati dal regime iraniano – ci racconta Fedeli, a sua volta avvocato -. Da lei ho ascoltato una grande lezione sulla democrazia, che, insieme alla giustizia sociale, va curata se si vuole la pace. Un forte invito a difenderla sempre contro ogni tentazione liberticida, anche se dovesse essere sostenuta dalla maggioranza. Perché la democrazia o tutela i diritti umani e i diritti delle minoranze o non è democrazia».

«Perchè la pace sia  sostenibile è necessario che vi siano democrazia e giustizia sociale – ha sottolineato la premio nobel Ebadi -. Molti cittadini sono convinti che il loro compito si esaurisca con il voto. Ma non è così. E’ necessario vigilare. La democrazia è come una pianta, va piantata e poi curata ogni giorno».

Redazione
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Pubblicato il 22 Settembre 2018
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