Quantcast

13 agosto 1943: 30 morti per una bomba inglese

Il prof. Giancarlo Restelli ricorda l'episodio più tragico, avvenuto a Legnano, nella seconda guerra mondiale

Tragico 13 agosto del 1943 a Legnano

Trenta morti per una bomba inglese

“Bombardate l'Italia!”

Il tema bombardamenti anglo-americani sull’Italia non è mai stato di moda tra gli storici e l’opinione pubblica italiana. La prova è nel numero molto basso di libri sull’argomento. Perché?

Il motivo è semplice: finita la guerra non era “politicamente corretto” parlare di questo tema con gli americani in casa e poi gli anglo-americani si erano presentati come i “Liberatori” e non era possibile smentirli con il numero delle vittime e l’incredibile durezza dei bombardamenti sull’Italia.

In Italia morirono sotto le bombe 20mila civili fino all’8 settembre del ’43 e 43mila da questa data alla fine della guerra. In totale 64.354 persone. In realtà furono di più (probabilmente 80mila).

La città più martoriata fu Napoli con 5.000 morti, Milano ebbe 2.000 vittime e poi Torino, Genova, Bari, Palermo, Messina, Roma e tantissime altre località, anche minori.

13 agosto ’43, due bombe a Legnano

Legnano non subì mai un bombardamento simile a quello di centinaia di località italiane dalla Sicilia al Nord Italia. Però c’è un episodio da ricordare.

Il 13 agosto del ’43, giorno in cui Milano subì attacchi devastanti, una bomba cadde all’incrocio tra via Galvani e via Moscova intorno alle due di notte e fu una tragedia.

Le vittime ufficiali furono esattamente trenta con parecchi feriti. Tragica la sorte dei figli della famiglia Totè: morirono nello scoppio quattro dei sei figli della coppia. Attilio aveva solo tre anni. Interamente distrutta la famiglia Marnati, con moglie e due figli (l’elenco delle vittime in “Giorni di guerra”, p. 143).

Come potè accadere uno scempio simile?

È necessario dire che le famiglie di questa zona di Legnano (case popolari e villette della “Cantoni”) erano abituate in caso di allarme aereo a lasciare le proprie case per la totale mancanza di rifugi. Nel momento dell’impatto le persone coinvolte nello scoppio stavano raggiungendo i boschi che si estendevano al di là del dopolavoro della “Cantoni” (oggi “Bi-Fit”). Un’altra bomba cadde nel rione Olmina fortunatamente senza conseguenze.

Il pilota inglese che sganciò la bomba apparteneva a uno dei 504 Lancaster o Halifax che martoriarono quella notte il centro di Milano. Probabilmente si trattava di due bombe non sganciate sul centro di Milano di cui era meglio disfarsi prima di iniziare il viaggio di ritorno verso le basi in Puglia.

Le testimonianze di quella notte sono ancora impressionanti a decenni di distanza.

Piera Totè, una delle due bambine sopravvissute

“All’epoca del tragico bombardamento su Legnano, che distrusse una parte della mia famiglia, avevo tredici mesi e quindi i miei ricordi mi sono stati trasmessi dalla mamma e dal papà. Abitavamo a Legnano in via Galvani nel cortile dei signori Bonini e la mia famiglia era composta dal papà e dalla mamma che avevano messo alla luce sei figli. Con noi viveva anche una zia paterna. In ordine era nata mia sorella Carla, poi i fratelli Luigi, Tarcisio e Attilio. Avevo anche un’altra sorella di nome Mariangela che si salvò perché era stata portata in montagna da una zia.

Qualla terribile notte del 1943 mi salvai per puro caso. Mia mamma mi allattava ancora e, poiché non stavo bene, decise in un primo tempo di far rimanere tutti in casa, malgrado le sirene annunciassero l’allarme aereo. Mia sorella maggiore era terrorizzata dagli allarmi e insistette perché la mamma la portasse fuori di casa insieme a tutti gli altri fratellini. Così fecero, lasciandomi sola con il papà che mi vegliava. Andarono al solito campo, a poche decine di metri dalla nostra abitazione e lì si unirono ad altre famiglie. Una conoscente della mamma le suggerì di non lasciare il marito e la sottoscritta in casa perché il rischio era grande ed in lontananza si sentivano le esplosioni e si vedevano i bagliori del bombardamento su Milano. Alla fine papà si convinse e, ritornata sui suoi passi, venne a riprendermi insieme al papà.

Appena il tempo di raggiungere il campo e la bomba esplose. La mamma con me in braccio fu violentemente scaraventata contro la recinzione del dopolavoro Cantoni mentre mio padre perse conoscenza. Dei miei fratelli rimanevano pochi resti.

La mamma come impazzita vagò per alcune ore alla ricerca disperata dei suoi bambini e non si diede pace finché qualcuno la convinse a fatica dell’amara verità.

Io rimasi miracolosamente viva anche se dovettero ricoverarmi per molto tempo all’ospedale. Ne uscii tutto sommato bene ma con un grosso trauma perché iniziai a parlare intorno ai quattro anni. Anche la mamma non fu più la stessa. Ricordo che durante le principali feste si chiudeva in sé stessa e piangeva continuamente. Arrivava persino ad apparecchiare la tavola come se i miei fratellini fossero ancora vivi…”

“Giorgio Vecchio, Nicoletta Bigatti e Alberto Centinaio, “Giorni di guerra. Legnano 1939-1945”, III edizione 2009, pp. 143-144

Ugualmente drammatiche le parole di Carla Marinoni (allora sedicenne) abitante in via Volta 27:

“Ricordo il suono delle sirene nel pieno della notte. Mia madre che ci invitava a vestirci in fretta e che rimproverava mia sorella che invece se ne voleva restare in casa.

Come al solito e per nostra fortuna non ci fermammo come molti altri fuori dalle abitazioni ma cercammo più lontano nella campagna circostante, dietro il dopolavoro della Cantoni. Poi ricordo, prima dello scoppio, un bagliore che illuminò il cielo sopra di noi, il sibilo della bomba ed infine il tremendo boato. Noi eravamo a una distanza di circa 500 metri e non eravamo in molti perché, come dicevo prima, la maggior parte delle persone preferiva star vicino alle proprie case e quindi fermarsi in un prato a ridosso dell’abitato. Fu la loro sfortuna.

Una volta che ci fummo ripresi dallo spavento, pensammo di ritornare alla nostra casa tra gente che piangva disperatamente. Mio padre, non essendo più in età per prestare il servizio militare, faceva il pompiere volontario e durante l’allarme non era con noi. Ci cercammo e una volta ritrovati si mise a piangere.

Ci riaccompagnò a casa e continuava a dirci di guardare avanti senza girare la testa perché lungo la strada c’erano morti a destra e a sinistra. Ricordo che tre corpi erano appoggiati alla recinzione della Cantoni”.

In “Giorni di guerra”, op. cit., pp. 139-140

Legnano non subì altri bombardamenti

Per nostra fortuna a Legnano non ci furono mai bombardamenti veri e propri, solo alcuni mitragliamenti. In particolare due che fecero scalpore in città: l’11 febbraio 1945 un mitragliamento con obiettivo la Franco Tosi causò un morto e quattro feriti. Il 7 marzo dello stesso anno fu colpita la caserma di viale Cadorna con due morti e due feriti.

Perchè non fu colpita la Franco Tosi con le altre fabbriche di Legnano? Difficile rispondere in mancanza della documentazione necessaria. Probabilmente le informazioni che arrivavano agli Alleati non facevano ritenere pericolosa la Tosi nel quadro dell’industria bellica tedesca (forti difficoltà nel rifornimento di materie prime), oppure c’erano obiettivi più importanti da colpire. In ogni caso il dibattito è aperto (vedi l’ipotesi Frederic Pudney in “Giorni di guerra”, op. cit., p. 146).

Per tentare di dare una risposta alla domanda sul perché Legnano non è stata colpita dall’alto è necessario tenere in considerazione che gli Alleati non potevano radere al suolo l'intero apparato produttivo italiano e avere poi l'onere della ricostruzione! Era chiaro dalla conferenza alleata di Jalta (febbraio '45) che l'Italia sarebbe appartenuta al blocco americano e l'ex-nemica con le fabbriche polverizzate avrebbe favorito la protesta operaia e la crescita del "partito russo" in Italia, ossia il Partito comunista di Togliatti.

Quindi molte fabbriche non diventarono macerie mentre invece a farne le spese furono i centri abitati dove viveva la povera gente, come le famiglie operaie vittime della bomba del 13 agosto.

Giancarlo Restelli

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi in modo puntuale.
Pubblicato il 12 Agosto 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore