Hanno incrociato le braccia per un'intera giornata, fino alle 16.00 di oggi, lunedì 27 giugno, per dimostrare la loro solidarietà al collega "fresco" di licenziamento dopo 39 anni di lavoro alla Fonderia Getti Speciali Colombo Giuseppe di San Giorgio su Legnano. E alla fine i lavoratori che hanno deciso di prendere parte al presidio – e non sono stati pochi – almeno un primo risultato l'hanno ottenuto: domani a mezzogiorno, infatti, una delegazione sindacale incontrerà l'amministratore delegato dell'azienda.

L'operaio 55enne "in difesa" del quale si sono oggi mobilitati i colleghi, era stato licenziato lo scorso lunedì 25 giugno per non aver accettato, per motivi familiari, il cambiamento di orario previsto dall'azienda per i dipendenti del reparto manutenzione, come aveva spiegato già durante le ore di presidio la RSU della fonderia.

«Il nostro obiettivo dichiarato – sottolinea Barra, responsabile FIM-CISL di zona, che domani prenderà parte all'incontro con il dirigente – è il reinserimento del lavoratore dando seguito alle istanze che lui stesso aveva già manifestato. Non contestiamo le scelte organizzative aziendali ma crediamo sia altrettanto legittimo dar seguito al processo di conciliazione vita-lavoro; peraltro, si tratta di clausole inserite nel contratto collettivo nazionale di categoria. Riteniamo, inoltre, che nel caso di specie, si debba fare un ulteriore sforzo per coniugare le esigenze personali con quelle lavorative».  

«Il trattamento riservato a questo lavoratore – commenta amaro Beppe Oliva della Cisl Milano Metropoli, competente per il territorio Legnano Magenta – è sconcertante. É inammissibile che dopo quarant’anni di attività nella stessa azienda una persona venga licenziata in questo modo con motivazioni assolutamente discutibili. Davanti a situazioni del genere credo che, ancora una volta, si debba porre al centro la questione della dignità del lavoro. Nella drammaticità del momento tuttavia – conclude Oliva – resta la totale solidarietà dei colleghi. Certamente una bella immagine che ribadisce come dietro al lavoro ci siano ancora relazioni e rapporti umani importanti che vanno difesi».

Dalla RSU, intanto, promettono di continuare a tenere le braccia incrociate anche nei prossimi giorni, se dall'incontro di domani non dovessero ottenere il risultato sperato, ovvero la reintegrazione del collega nel posto di lavoro.