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Rescaldina, il sottopasso allagato “accende” il consiglio comunale

Botta e risposta tra il sindaco Michele Cattaneo e il suo predecessore Paolo Magistrali sui fatti dello scorso 9 maggio

Non smette di far discutere l'allagamento del sottopasso che collega via Matteotti e largo Amigazzi a Rescaldina in occasione del nubifragio dello scorso 9 maggio. In quell'occasione una donna era rimasta bloccata con la propria automobile nell'acqua che aveva letteralmente invaso il passaggio ed era stata salvata da tre cittadini che erano intervenuti per liberarla. Dopo che l'argomento aveva già "infiammato" i social network nei giorni immediatamente successivi alla bomba d'acqua, infatti, anche il Parlamentino rescaldinese, durante l'ultima seduta, è stato chiamato ad occuparsene.

A riaccendere i riflettori l'ex primo cittadino Paolo Magistrali, che ha presentato un'interrogazione per «sapere che cosa non abbia funzionato nel sottopasso di via Matteotti e in particolare per quale ragione non si siano attivate o non abbiano funzionato bene le pompe idrauliche dedicate proprio a drenare l'acqua in eccesso, e per quali ragioni non si siano attivati i semafori che avrebbero quantomeno allertato gli automobilisti ed evitato che gli stessi si immettessero nel sottopasso». «Quella sera sono stato contattato, sono passato e ho un po' assistito alla scena – ha spiegato Magistrali – e proprio in mia presenza era stato constatato che effettivamente le pompe non erano andate in blocco, ma funzionavano benissimo. Al momento sembrava che il problema fosse stato generato da un intasamento della rete, soprattutto delle griglie, che non consentiva il passaggio dell'acqua. Cosa sicuramente più grave è perchè i semafori non abbiano funzionato».

«Quella sera le pompe e i sistemi di sicurezza del sottopasso hanno funzionato – ha replicato il sindaco Michele Cattaneo –, tranne i semafori che funzionavano in giallo lampeggiante. I semafori rossi all'ingresso del sottopasso non si sono attivati per uno sbalzo di tensione dovuto al temporale in corso, che ha danneggiato la centralina. Non c'erano accumuli di fogli sulle griglie, e questo è attestato dal grafico del Consorzio acqua potabile che ha in gestione le pompe e la vasca sottostante. Il grafico mostra che non appena l'acqua è entrata nella vasca sottostante le pompe si sono attivate ed hanno funzionato. Il problema è che la vasca è ad un livello più basso della fognatura: quando c'è un evento metereologico così importante come quello del 9 maggio la fognatura si riempie e le pompe devono mandare l'acqua in un posto dove l'acqua c'è già, e questo diminuisce la portata delle pompe e causa quindi un rallentamento dello svuotamento della vasca. Gli agenti della Polizia Locale, inoltre, hanno ricevuto prima una segnalazione per l'allagamento del sottopasso sulla Saronnese e si sono recati a quel sottopasso, poi hanno ricevuto un'altra segnalazione da via Repetti e solo al ritorno hanno ricevuto la segnalazione dal sottopasso di via Matteotti: il tutto è successo in mezz'ora al massimo, per questo quando gli agenti sono arrivati le auto erano già nel sottopasso».

Spiegazione tecnica che non ha convinto Paolo Magistrali, che l'ha bollato come «poco convincente», e che non ha spento le polemiche tra il primo cittadino e il suo predecessore, che hanno continuato in aula lo scontro dialettico partito all'indomani dell'allagamento sui social network. 

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Giugno 2018
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