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Busto Garolfo, 25 aprile: «É sempre tempo di Resistenza»

Un 25 aprile tra passato e presente, a Busto Garolfo, nelle parole del sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi e della staffetta partigiana Rina Ferrè

É sempre tempo di Resistenza: è questo il segnale che arriva da Busto Garolfo per questo 73° anniversario della Liberazione. E proprio perchè il 25 aprile non può rappresentare solo uno sguardo al passato, ma deve essere anche e soprattutto una chiave per il futuro, il paese guidato da Susanna Biondi ha scelto di celebrarlo sia con le parole di ricordo e di monito di chi quegli anni li ha vissuti, come la staffetta partigiana Rina Ferrè, sia "con gli occhi" dei bustesi più giovani, rappresentati dal Consiglio Comunale dei Ragazzi.

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«La giornata di oggi – è stato il saluto del sindaco Susanna Biondi dopo la proiezione di un filmato attraverso il quale il Gruppo di Ricerca Storica ha raccontato la vita di Busto Garolfo e Olcella in quegli anni bui – ha tra i suoi obiettivi anche quello di invitarci ad una riflessione su quanto è accaduto, concedendoci di non perdere la memoria dei molti che hanno sacrificato sé stessi per creare le condizioni, le premesse per una società migliore. Bisogna porre attenzione all'importanza di momenti come questo: momenti per non dimenticare, per trasmettere ai nostri giovani i valori della cultura della pace. I nostri ragazzi, infatti, non possono limitarsi a volgere lo sguardo indietro, a studiare la storia, ma si trovano nella condizione di dover declinare al futuro i valori della Resistenza, proiettandoli in avanti».

E a fornire un primo esempio di come declinare i valori della Resistenza al futuro ci ha pensato il giovanissimo sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi: «La storia che ha condotto a questa giornata non deve mai essere dimenticata – ha sottolineato Gabriele Paroni –. Noi ragazzi abbiamo il dovere di informarci, perchè, come ha detto qualche anno fa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è proprio sul 25 aprile che si fondano la Repubblica e le libertà che ne sono conseguite con il 2 giugno 1946. Centinaia di giovani spinti dal desiderio di libertà si sono asserragliati su quelle montagne contro un nemico da scacciare, da estirpare, da accompagnare oltre confine: oggi il mio pensiero va a loro, all'immenso sacrificio che hanno compiuto solo per regalare a coloro che sarebbero venuti dopo un futuro migliore. É grazie a loro se oggi noi possiamo vivere in un mondo migliore e vedere il mondo con occhi diversi e pieni di speranza. Non riesco ad immaginare cosa devono aver provato quei ragazzi e quelle ragazze che divennero partigiani su quelle montagne al freddo e al gelo, contro un nemico numericamente maggiore e comunque meglio equipaggiato: una lotta impari contro un gigante. A volte, però, il coraggio e la voglia di vivere in un mondo finalmente migliore possono fare miracoli, come è accaduto nel secondo conflitto mondiale. Noi ragazzi di oggi spesso diamo tutto per scontato, ma come ha ribadito il Presidente della Repubblica è sempre tempo di Resistenza: mai abbassare la guardia, la libertà è stata una conquista e come tale, anche per rispetto di tutti quei giovani che si sono immolati sulle montagne dell'Emilia e della Toscana e nelle grandi città italiane, va preservata e va mantenuta, contro tutte le minacce in senso contrario che continuano ad arrivare da varie parti. A noi ragazzi – ha concluso il primo cittadino junior – va invece il compito di tenere acceso il lume del ricordo, perchè è proprio dal 25 aprile 1945 che la libertà ha iniziato il lungo percorso che è arrivato fino a noi».

Di come quel percorso è iniziato, per tanti anni, in occasione del 25 aprile – e non solo – ha parlato Enrico Paganini, partigiano doc "targato" Busto Garolfo. E nonostante la sua recente scomparsa, Enrico oggi era lì, tra le pareti della sala consiliare, tra le righe della lettera che i suoi figli hanno inviato all'amministrazione. La testimonianza dal passato, comunque, non è mancata nemmeno oggi, nelle attualissime parole della staffetta partigiana Rina Ferré: «Ci sono periodi, fatti, battaglie e persone che non si possono e non si devono dimenticare. Uomini e ragazzi trucidati, che hanno lottato con coraggio e dignità per la libertà: per me sono eroi della democrazia, senza distinzioni di etichette politiche di appartenenza. I ricordi non devono morire, la memoria del passato deve rimanere viva: quanto accaduto ha formato e segnato la coscienza di chi ha vissuto di persona queste vicende, e la capacità di riscattarsi e recuperare la dignità con la lotta all'oppressione sono valori che vanno tramandati. Le esperienze vissute hanno un valore inestimabile e un'enorme importanza anche per la storia odierna. Dobbiamo infatti ricordarci e far capire che la libertà e la nostra costituzione non sono stati regali ma conquiste, che oggi vanno difese da chi vorrebbe mettere in discussione i contenuti e con essi la storia. Nessuno potrà mai modificare la verità storica che rimane unica e inalterabile nonostante i tentativi di mistificazione in atto: non dimentichiamolo mai».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Aprile 2018
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