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Vandali in azione a Parabiago: presi di mira i murales

Due episodi in pochi giorni: dietro il Comune e al sottopasso ferroviario

Non c'è pace per i murales di Parabiago. Nè dentro, nè fuori la stazione ferroviaria. A denunciare gli ultimi due attacchi dei vandali alle opere d'arte della città sono il sindaco Raffaele Cucchi e la consigliera comunale dem Laura Schirru.

Il primo episodio è accaduto proprio alle spalle del palazzo comunale. Tra piazza della Vittoria e piazzale Martiri delle Foibe, alcuni ignoti si sono divertiti a sfregiare il murales realizzato da un artista per l'intera città con volgarità e firme. «C’è chi lavora per riqualificare uno spazio pubblico con dei graffiti realizzati da professionisti e chi invece impiega il proprio tempo per rovinare il lavoro altrui – il commento del sindaco affidato ai social network -. Cosa si può dire se non grazie per esistere e per far sapere agli altri che avete una vita vuota di ideali e che sprecate il vostro tempo imbrattando i muri della città con messaggi privi di significato e che attraverso gli stessi esprimete quanto la vostra vita sia vuota! Impegnatevi ad aiutare gli altri che forse è meglio sia per voi che per la comunità».

Il secondo episodio, invece, ha visto di nuovo tristemente protagonista il murales dei Lions nel sottopasso ferroviario, già vittima di un'affisione impropria nei mesi scorsi. A comparire sull'opera, questa volta, un enorme graffito. «Non bisogna arrendersi all’inciviltà: dieci volte verrà imbrattato e dieci volte lo si dipingerà nuovamente la posizione ferma della consigliera PD Schirru, proprio colei che aveva proposto l'idea di dipingere il sottopasso con murales -. Questo episodio dispiace particolarmente poiché il disegno, promosso dai Lions, è stato realizzato da ragazzi disabili». Alla condanna di Schirru, si aggiunge anche quella dell'assessore ai giovani Diego Scalvini: «Complimenti a qul genio che ha ben pensato di fare la propria sigla su un murales. Oggi era già una triste giornata, con questo fatto siete riusciti a peggiorarla. E non mi interessa averci messo la faccia per questo progetto, ma penso a quel ragazzo che si era reso disponibile volontariamene per farlo. C'è chi fa e chi disfa. Tu, che hai pensato bene di fare questo obbrobrio illegalmente, fai parte della seconda categoria».

Redazione
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Pubblicato il 05 Febbraio 2018
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