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La benedizione natalizia diventa un “fai da te”

In una comunità di 14mila abitanti, il kit è stato consegnato ad oltre 2.500 persone

(manuela zoni) – Il kit per la benedizione "fai da te" di Castellanza fa discutere. Come mai? Bè, chiedere alle persone di fare qualcosa di nuovo può trovare pareri contrastanti come entusiasmo dilagante. Ancora non si può dire se questo nuovo modo di "entrare" nella case abbia avuto successo o meno, il parrocco della Comunità di San Giulio e Bernardo, don Walter Magni, aspetta a tirare le somme. 

In una comunità di 14mila abitanti, il kit è stato consegnato ad oltre 2.500 persone: «L’introduzione alla Benedizione natalizia in Famiglia raggiungerà in modo particolare quest’anno le famiglie con bambini e ragazzi in età scolare, senza dimenticare le famiglie più mature e quelle composte da anziani e dai single» scriveva così Don Walter sul settimanale della parrocchia, invitando così gli adulti ad assumersi l'importante responsabilità di portare la benedizione nelle proprie case. Tuttavia, le persone anziane e gli ammalati, le scuole, le istituzioni civili e i gruppi che ne hanno fatto esplicita richiesta sono state raggiunte dalla benedizione. 

Certo, a Castellanza non ci si aspettava probabilmente anche quest'anno che il prete passasse casa per casa. Già, lo scorso anno infatti le benedizioni erano avvenute in modo collettivo in ogni quartiere. Un modo bello per riunire vicini di casa per una preghiera insieme. «Quell’esperienza che pure mirava a raggiungere soprattutto le molte famiglie della nostra cittadina, aveva tuttavia dimostrato qualche fatica e, soprattutto per le persone più anziane era stato fatto notare il disagio di incontri fatti spesso all’esterno delle case e spesso all’aperto, col freddo». Per questo gli incontri di preghiera insieme sono stati spostati a maggio e settembre. Da tutti questi passaggi dall'ambiente familiare intimo al ritrovo con i vicini, poi addirittura al kit "fai da te", c'è da chiedersi dove stiamo andando: se sono i preti ad essersi rassegnati davanti a tante porte chiuse (per volontà o anche solo per assenza) o se sono le persone che preferiscono fare a meno dei sacerdoti, sempre meno e sempre più in difficoltà nel periodo natalizio ad andare in tutte le case. Resta il fatto che ciò che è avvenuto quest'anno a Castellanza così come in altri paesi della Diocesi non può fare altro che far riflettere. 


(marco tajè) – D'accordo, noi arriviamo da una generazione che, se non andavi a messa e nemmeno a catechismo, all'oratorio ti facevano entrare ma il pallone lo vedevi solo da lontano, Una penitenza, per un ragazzo, peggiore della recita di un intero rosario. Una generazione, quindi, la nostra, poco portata oggi a capire certe novità.
Ma anche chi è più giovane, molto più giovane di noi, quindi di mentalità più aperta, come prenderà questa benedizione "fai da te"? Come l'anticamera della "messa fai da te?"
Eh, no…per favore!

Redazione
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Pubblicato il 24 Dicembre 2017
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