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Palazzo Taverna, assolto Mario Mantovani

La IV Sezione Penale del Tribunale di Milano ha assolto il politico per intervenuta estinzione del reato

Arriva l'assoluzione per Mario Mantovani nel processo relativo al caso di Palazzo Taverna, edificio storico di Arconate. Nell'udienza che si è celebrata ieri, mercoledì 18 ottobre, davanti alla IV Sezione Penale del Tribunale di Milano, infatti, per bocca del presidente del collegio giudicante è arrivata la pronuncia di assoluzione per intervenuta estinzione del reato.

«Vostro onore, prendo atto dell'intervenuta estinzione del reato da lei annunciata – è stata la dichiarazione resa da Mantovani – ed è per me motivo di profondo rammarico, essendo trascorsi 4 anni di indagini, tra cui 6 mesi tra carcere ed arresti domiciliari. Ricordo che fin da subito avevo chiesto di essere giudicato con rito immediato, rinunciando alle prerogative costituzionali della difesa, al fine di fare chiarezza, senza perdite di tempo, in merito a fatti avvenuti 30 anni fa e relativi ad una vicenda di atti notarili risalenti al 1988. Mi chiedo ora il motivo di tale situazione e mi domando perché la Procura non abbia per esempio deciso di approfondire fin da subito detto capo d'imputazione, non consentendo al Tribunale di compiere le necessarie valutazioni. Peraltro  – ha continuato il politico – io sono certo della mia innocenza e del fatto che questa trovi riscontro nella documentazione decisiva già depositata nel giugno 2016 ed acquisita agli atti del processo, nonostante la revoca del consenso espresso dalla Procura circa l'acquisizione della stessa. Dalla lettura infatti di tali documenti e da una relazione di sintesi del notaio incaricato, emerge palesemente come né io né alcuna mia società siano stati proprietari di un solo mq di palazzo Taverna ad Arconate. Decade quindi il teorema che ha portato all'accusa di abuso d'ufficio ed anzi prende corpo, inaspettatamente, quello che è l'origine di tale colossale equivoco, ovverossia la falsa attribuzione di parte di questa proprietà alla mia persona, avvenuta solo in forza di una condotta posta in essere prima dall'architetto Claudio Pantaleoni e poi dall'ex sindaco di Arconate don Piercarlo Maggiolini. Ho per questo già dato mandato ai miei avvocati di procedere in sede civile e penale per il ristabilimento della verità e dell'onorabilità della mia persona. Come annunciato la settimana scorsa – conclude Mantovani –, nonostante la mia propensione a valutare l'atto di estinzione del reato, ho accondisceso all'invito dei miei avvocati che con fermezza mi hanno rammentato il significato di questo istituto giuridico, previsto proprio dallo Stato italiano a tutela dei diritti dei cittadini ad un giusto processo, in tempi ragionevoli, secondo il dettame dell'articolo 111 della Costituzione. E purtroppo, come sappiamo, i tempi della giustizia italiana ad oggi non garantiscono la necessaria serenità».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 19 Ottobre 2017
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