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Volontariato e sociale si coordinano per contrastare la povertà

È l'obiettivo del primo tavolo di lavoro "La lotta alla povertà e il sostegno alle famiglie" indetto dal Comune con la Caritas e la Casa San Vincenzo

Coordinare le risorse del volontariato e del sociale per contrastare la povertà mappando i bisogni in città. Un obiettivo innato nel mondo del volontario che si rinnova con il tavolo di lavoro "La lotta alla povertà e il sostegno alle famiglie" avviato proprio oggi, mercoledì 11 ottobre, e organizzato dall'assessore alle Politiche sociali Ilaria Ceroni con le otto Caritas cittadine e l'associazione San Vincenzo.

​I legnanesi indigenti aumentano e in città non mancano strutture benfiche come le Caritas, le due mense e la casa San Giuseppe. Ma, come precisa l'assessore Ceroni, «all'appello mancano la comunicazione e l'organizzazione per poter ottimizzare le risorse e dare una mano concreta ai bisognosi». Quindi, l'intento è realizzare un protocollo per delineare le modalità di lavoro, così da poter rispondere alle numerose richieste d'aiuto che continuano ad arrivare nelle parrocchie e negli uffici sociali. Solo con questa modalità la semplice collaborazione, già esistente, tra tutti i soggetti coinvolti si trasformerà in un vero coordinamento.

«Intendiamo favorire l'integrazione e l'organizzazione delle risorse già presenti in campo per riuscire a rispondere in maniera più attenta e puntuale alle esigenze e ai bisogni delle persone – commenta l’assessore Ceroni -. Ci troviamo in un difficile contesto di emergenza sociale, caratterizzato, anche, dalla diminuzione consistente delle risorse finanziarie a disposizione delle istituzioni e dall’impoverimento significativo delle reti familiari e sociali. La “lotta alla povertà e il sostegno alle famiglie” diventano un obiettivo comune di tutte quelle realtà che operano sul territorio a sostegno dei più deboli». 

Ecco, dunque, che l’amministrazione comunale di Legnano ha voluto fortemente questa collaborazione con le Caritas parrocchiali di Legnano e con l’associazione San Vincenzo al fine di individuare, in maniera sempre più metodica, le strategie da mettere in campo al fine di trovare risposte adeguate ai bisogni diffusi. Le Caritas della città accolgono le richieste di oltre 500 persone: la maggior parte sono legnanesi in difficoltà. Una realtà toccata con mano dall'assessore che ha commentato: «Su 15 persone alla settimana che si presentano nel mio ufficio per parlare e chiedere aiuto solo tre sono risultate straniere».

La collaborazione è stata ufficializzata in Sala Stemmi alla presenza di don Paolo Gessaga, parroco del Beato cardinal Ferrari, della coordinatrice della Caritas cittadina Nuccia Ardo Corti e del prevosto di Legnano monsignor Angelo Cairati.

«Alla comunità cristiana – ha affermato proprio il nostro prevosto – non compete entrare nel merito della politica, ma con le istituzioni elette democraticamente vogliamo sentirci ed essere dalla stessa parte, nel desiderio di servire la nostra gente. Ci preme essere attenti a coloro che per malattia, anzianità, condizioni economiche, errori compiuti sono i più tribolati in mezzo a noi. I nostri ambiti sono distinti, le nostre competenze diverse, anche i punti di vista possono non essere identici. Eppure lo spirito di servizio, la condivisione della passione civica, dell’unica tradizione solidale, creativa, laboriosa di Legnano premono per una condivisione reale di obiettivi virtuosi. Ecco il senso di un tavolo di lavoro tra i servizi sociali del Comune di Legnano e i referenti di Caritas e San Vincenzo della nostra città». 

Gli incontri, programmati con cadenza bimensile, saranno finalizzati, tra l’altro, a stendere una mappatura dei servizi e degli interventi sul campo. L'obiettivo finale sarà indirizzato «alla definizione di un protocollo operativo che favorisca una migliore gestione delle risorse attivate sui singoli casi – spiega ancora l'assessore con l'assistenza della dr.ssa Elena Bottini –, evitando la sovrapposizione degli interventi e favorendone la complementarietà e l’integrazione; alla promozione, in un’ottica di welfare generativo, che superi la logica assistenziale delle politiche sociali meramente distributive delle risorse di interventi che aiutino davvero le persone a uscire dalla stato di bisogno e a diventare soggetti produttivi attraverso percorsi di progettualità e responsabilizzazione».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Ottobre 2017
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