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Podista salvato da infarto al parco: «Diffondiamo la cultura del soccorso»

Il podista 49enne salvato da arresto cardiaco mentre correva al parco ha incontrato il volontario C.R.I. che gli ha praticato le prime manovre di rianimazione

«Io di quel giorno non ricordo assolutamente nulla, se non che stavo correndo al parco. Mi sono risvegliato il giorno dopo in ospedale, e mi hanno detto quello che Luca aveva fatto. Mi è sembrato il minimo venire qui a ringraziarlo: quel giorno ho avuto un infarto con arresto cardiaco, se non ci fosse stato Luca non sarei qui a raccontarlo». Con queste parole, visibilmente emozionato, Giorgio Meraviglia, il podista 49enne che lo scorso mese di maggio è stato colpito da arresto cardiocircolatorio mentre correva al parco (qui il servizio), ha esordito ieri sera, mercoledì 28 giugno, quando ha incontrato nella sede C.R.I. di via Pontida Luca Roveda, il volontario che quel giorno passeggiava al parco con la sua famiglia e gli ha praticato, con l'aiuto della moglie Michela Spirito, le prime manovre di rianimazione cardiopolmonare ed ha utilizzato il defibrillatore semiautomatico.

La catena del soccorso, quella domenica mattina di maggio, ha funzionato alla perfezione ed ha salvato una vita, e se il podista sangiorgese ora può raccontare la sua "disavventura" è certo frutto anche di una serie di "casualità", come la presenza dei due volontari C.R.I. al parco e la recente installazione del DAE nel polmone verde cittadino su donazione degli Alpini. Ma se Giorgio Meraviglia ieri sera ha potuto ringraziare quelli che lui stesso ha definito «i suoi due angeli», è frutto anche di una "cultura del soccorso" che necessita di una diffusione sempre più capillare.

É proprio questo l'appello a cui hanno voluto dare voce ieri sera Luca Roveda e Gian Maria Parotti, presidente del comitato legnanese di Croce Rossa. «Il messaggio che va trasmesso – ha spiegato Luca Roveda – è che la formazione è importantissima, bisogna trasmettere la "cultura del soccorso" ed insegnare alla gente a superare la paura di avvicinarsi quando succedono episodi come questi». 

«Chi riceve un'adeguata formazione per quanto riguarda le manovre di primo soccorso – ha rincarato la dose Gian Maria Parotti – non si limiterà a chiamare i soccorsi, ma potrà direttamente fare qualcosa per far fronte alla situazione. Ed è importante su questa tematica stimolare la coscienza delle masse e coinvolgere quante più persone possibile, anche perchè più coinvolgimento e testimonianze ci sono, più risorse si riescono a reperire».

E proprio parlando di testimonianze, se ce ne sarà modo – e siamo sicuri che le occasioni non mancheranno -, Giorgio Meraviglia ieri sera si è dichiarato «più che disponibile a fare da testimonial» all'importanza della diffusione delle tecniche di primo soccorso. 

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 29 Giugno 2017
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