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I sistemi di videosorveglianza nelle RSA

Un seminario sui temi della disciplina sulla privacy e sui rapporti di lavoro e collaborazione con personale medico e infermieristico...

La nuova normativa adottata dalla Regione Lombardia, che agevola attraverso l'erogazione di contributi, l'installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA) e nelle strutture residenziali e semiresidenziali per disabili (RSD) pubbliche e private accreditate, presenta nella sua concreta attuazione alcuni dubbi interpretativi soprattutto in riferimento ai necessari raccordi con la disciplina dello statuto dei lavoratori.

E' anche in virtù di queste zone grigie che moltissime strutture, anche per effetto della mancanza di una normativa specifica sulla videosorveglianza per il settore, guardino, da un lato, con interesse alla nuova disciplina ma, dall’altro, temano le possibili implicazioni derivanti dalla installazione di impianti audiovisivi di controllo, soprattutto con riferimento alla disciplina sulla privacy e sui rapporti di lavoro e collaborazione con personale medico e infermieristico.

Sono questi alcuni dei punti trattati alla LIUC – Università Cattaneo nel corso del seminario I sistemi di videosorveglianza nelle RSA alla luce della Legge Regionale n. 2/17, promosso dall’Osservatorio settoriale sulle RSA della LIUC Business School, in collaborazione con lo Studio Legale Previti.

La nuova disciplina, è stato ricordato, è nata sull’onda di gravi episodi di maltrattamento al fine di imporre l’installazione di sistemi di videosorveglianza nel settore, salvo poi modificarsi profondamente in sede di definitiva approvazione. Con la promulgazione della legge n. 2 del 22 febbraio 2017, la Regione Lombardia ha stanziato fondi sino a 1.400.000 euro, utili a finanziare almeno il 50% delle spese sostenute per l’installazione dei sistemi di videosorveglianza. Tutto questo con il condivisibile fine di migliorare il livello di sicurezza dei servizi erogati nelle RSA e nelle RSD.

Nel corso dei lavori è stato ricordato come la nuova normativa regionale lombarda, pur dovendosi necessariamente integrare con le previsioni dell’art. 4 dello Statuto dei lavoratori, privilegi una scelta normativa in favore di installazioni basate su accordi con le rappresentanze sindacali al fine di accedere al finanziamento regionale.

La scelta dell’interlocutore sindacale rappresenta il punto di snodo della disciplina regionale non del tutto conforme con i soggetti individuati dalla disciplina statutaria.

Ulteriori aspetti problematici si pongono, poi, con riferimento alla conservazione e utilizzo delle immagini registrate rendendo necessario il pieno rispetto delle disposizioni del codice della privacy e del regolamento comunitario sul trattamento dei dati personali che entrerà definitivamente in vigore nel maggio 2018.

Nel corso dei lavori è emerso che l’uso delle immagini impone, inoltre, una necessaria ulteriore riflessione con riferimento alle implicazioni di tali strumenti con la necessaria tutela della riservatezza degli ospiti e dei visitatori delle strutture in un contesto particolarmente protetto e caratterizzato da dati cosiddetti sensibilissimi.

Una complessità e uno scarso coordinamento normativo che sono alla base del modesto numero di richieste di accesso ai finanziamenti registrato a pochi mesi dall’entrata in vigore della nuova normativa.

Ampio, infine, il capitolo delle problematiche relative alla rilevanza dei reati configurabili con un uso illecito dei sistemi di videosorveglianza anche ai sensi della legge 231/01.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Giugno 2017
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