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Rho, il sindaco Romano sui richiedenti asilo: “Siamo già quasi alla quota attribuita dal protocollo”

Il primo cittadino rhodense lo ha ricordato in consiglio comunale spiegando il protocollo firmato il 18 maggio e facendo i conti delle presenze effettive già programmate

"Il sindaco che dice no, non voglio richiedenti asilo nel mio comune, secondo me non sta facendo il suo mestiere e sta solo spostando il problema sul comune vicino che deve prendersi carico del problema": lo ha ribadito il sindaco di Rho, Pietro Romano, in occasione della seduta di consiglio comunale tenutasi solo qualche ora dopo la firma del protocollo di accoglienza in Prefettura a Milano. 

"C’è stata la firma del protocollo sul quale abbiamo lavorato come "Patto del nord ovest" e comuni della città metropolitana  – ha detto Romano sollecitato dagli altri consiglieri – portando osservazioni alla prima bozza presentata che, a nostro modo di vedere, poteva essere migliorata. In particolare abbiamo richiesto di avere il principio che il sistema per noi privilegiato dovesse essere quello degli Sprar e non dei Cas, i centri di accoglienza straordinaria. La prefettura, infatti, a mio avviso non avrebbe mai potuto mediare sul numero delle quote stabilite".

Da qui Romano è poi passato a illustrare i numeri:  "La quota attribuita a Rho è di 137 richiedenti asilo ma questo non significa che domattina saranno qui in 137 – ha detto il sindaco in aula – anche perché in questa quota sono già compresi quelli già accolti in città. Tra progetto Sprar in via Gorizia e altri alloggi in via Torino sono già 31. Lo Sprar che partirà a luglio prevede altre 20 persone. Poi c’è un Cas aperto a rho in via grandi con 49 persone. Questo porta già a una quota che sarebbe quasi la quota prevista per Rho,  ma la clausola di salvaguardia prevede che se si raggiunge la quota del 50 per cento la città non sarà interessata da progetti di imperio della prefettura. Potremmo dunque già essere ampiamente sopra il limite stabilito dalla calusola di salvaguardia".

Romano è poi tornato a commentare la firma:  "Ottanta comuni su 133, anche di centro destra, hanno sottoscritto pensando che sia un dovere partecipare ai progetti di accoglienza. Il ministro ha ribadito la sua tensione a diminuire i flussi e il sindaco che dice no, secondo me non sta facendo il suo mestiere e sta solo spostando il problema sul comune vicino. Abbiamo sempre sostenuto l’accoglienza diffusa rispetto al metodo "campo base", sbagliatissimo. Accoglienza diffusa, equilibrata significa che tutti devono partecipare e fortunatamente la maggior parte ha detto sì".

Ecco il protocollo firmato in Prefettura il 18 maggio

Redazione
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Pubblicato il 21 Maggio 2017
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