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Un partigiano a Cerro: “Lottato per la Libertà”

L'ex senatore Gian Pietro Rossi ospite della Pro Loco ieri sera, venerdì 28, in occasione del 25 aprile...

Proprio nel 70esimo anniversario della morte di Benito Mussolini, a Cerro Maggiore ha preso la parola un partigiano. Gian Pietro Rossi, ex senatore e sindaco emerito di Busto Arsizio, 90enne, ha raccontato ieri sera, venerdì 28, la sua esperienza nella Resistenza, ospite della Pro Loco.

Tutto è partito dall'oratorio. Il sacerdote "reclutava" giovani forze che potessero aiutare nella lotta di Liberazione dal nazifascismo. E Rossi rispose sì. Così, a 16 anni, il ragazzino che sarebbe diventato senatore si ritrovò a dividersi tra i ruoli di staffetta partigiana e guida per portare in salvo famiglie ebree oltreconfine. Nei suoi anni di lotta furono circa un centinaio le persone che Rossi, insieme a altri ragazzi che si erano formati nei boy scout, condusse alla salvezza. Le "Aquile randagie" scortavano le famiglie ebree al confine svizzero attraverso i sentieri nascosti per le valli sopra Arona.

Tra i ricordi più vividi e dolorosi, quelli della morte di molti suoi amici, giovanissimi, uccisi per mano di una e l'altra fazione impegnata nella lotta. Situazione vissuta in prima persona anche da Rossi, che in una unica giornata rischiò di essere fucilato ben due volte: la prima, a Somma Lombardo, dai tedeschi che battevano in ritirata e la seconda, a Busto Arsizio, dai partigiani.

«Se ho contribuito anche solo con un'unghia a questa lotta – ha concluso Rossi –, l'ho fatto nel nome dei miei ideali e della libertà. Per lasciare a voi giovani la libertà».

Redazione
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Pubblicato il 29 Aprile 2017
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