Un 25 aprile nel segno di donne e giovani per Busto Garolfo
Donne e giovani, nelle parole del sindaco Biondi per la commemorazione ufficiale, ma anche un pensiero ai popoli ancora oppressi.
«Speriamo che quel che abbiamo fatto sia servito a qualcosa»: con queste parole del partigiano bustese Paganini è iniziata la commemorazione ufficiale del 72° anniversario della Liberazione a Busto Garolfo.
Parole seguite dalla lettura di alcuni versi di poesia da parte di due studentesse della scuola media "Caccia", nei quali sono risuonati la morte di un giovane partigiano ed il dolore di una madre che vede morire il proprio figlio ma accetta con coraggio il suo sacrificio.
E proprio alle donne ed ai giovani ha voluto dedicare un pensiero particolare il sindaco di Busto Garolfo Susanna Biondi nel suo discorso: «Le donne partigiane furono almeno 35mila, e le donne a vario titolo coinvolte nella Resistenza 2milioni, ma nei cortei partigiani del 25 aprile, di donne, se ne vedevano poche. La Resistenza delle donne fu una Resistenza diversa da quella degli uomini, e per molti anni è stata avvolta dal silenzio. Quando parliamo di donne e Resistenza, pensiamo sempre alle staffette partigiane, ma le donne non furono solo quello: furono combattenti, curarono i feriti, parteciparono, da operaie, ai sabotaggi nella fabbriche. Le donne riuscirono a declinare in una funzione sociale e collettiva il senso di maternità che naturalmente appartiene loro».
«Quali riflessioni – si è chiesta l'inquilina di Palazzo Molteni – dai giovani partigiani che lottarono per la libertà e la democrazia ai giovani di oggi, che per mancanza di lavoro vedono il futuro a tinte fosche e stentano a realizzarsi? Quali riflessioni dalle donne di allora alle donne di oggi, che ancora vengono discriminate e in alcuni casi finiscono vittime della violenza di genere? Quali riflessioni dal popolo di allora che ha saputo conquistare la libertà ai popoli ancora oggi oppressi?». Una riflessione racchiusa in pochi versi, che il primo cittadino ha letto a conclusione della cerimonia: «La libertà è un frutto fragile, che nasce solo se coltivato», e ancora «la libertà è un frutto delicato, che si nutre di fraternità».
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