Nel giorno dell'attacco al cuore della democrazia britannica, nel giorno in cui il Parlamento di Westminster si è ritrovato sotto assedio, a poche centinaia di metri dal luogo dove si sono consumati i tragici fatti che hanno lasciato dietro di sè una scia di sangue (quattro le vittime e almeno quaranta i feriti), c'era anche una cittadina sangiorgese.

Giorgia Milotta, 26 anni, dottoranda del St. Thomas' Hospital di Londra, si trovava nell'ospedale – che dista per l'appunto poco più di 300 metri dal ponte di Westminster – quando, intorno alle 15.00, l'auto guidata dal terrorista si è lanciata a folle velocità sui passanti che si trovavano sul ponte, togliendo la vita a tre persone e ferendone molte altre. Una donna, addirittura, per salvarsi si è lanciata nel Tamigi, dal quale fortunatamente è stata "ripescata" sana e salva. L'attentatore, poi, si è scagliato contro la cancellata del Parlamento e, uscito di corsa dall'auto, si è precipitato nell'area recintata dove ha accoltellato a morte un poliziotto, per poi essere abbattuto a colpi d'arma da fuoco mentre tentava di colpirne un altro.

«Quando tutto è successo – racconta Giorgia – mi trovavo all'interno dell'ospedale, stavo sostenendo un esame. Poi alcuni miei colleghi hanno iniziato a dare l'allarme e ad informarci su quanto stava accadendo. Ci siamo subito precipitati all'ingresso, ma gli accessi all'ospedale erano bloccati e l'edificio era circondato dai poliziotti. Solamente dall'ingresso sud chi era munito di tesserino poteva accedere alla struttura».

«Dall'ospedale non ci siamo accorti immediatamente della portata di quanto stava succedendo lì fuori – conclude Giorgia –. All'interno dell'edificio noi eravamo al sicuro, ma sono stati momenti abbastanza confusi, poichè non sapevamo esattamente cosa stesse avvenendo all'esterno».