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Quarantena: una pausa… forzata

Quarantena: parola mai sentita nominare prima del 24 febbraio

Quarantena: parola mai sentita nominare prima del 24 febbraio.

Era una notizia impressionante! Da un giorno all’altro, mi sono ritrovata libera  da tutti gli obblighi che la scuola mi imponeva. Per una quattordicenne come me, stare a casa da scuola significava poter fare tutto ciò che volevo e, come me, anche tutti i miei amici erano felici per la chiusura delle scuole.

 La prima settimana è stata puro svago, come una vacanza anticipata. Con il prolungarsi del tempo, però,  è diventato stressante: adesso, dopo ben 32 giorni, 17 ore, 5 minuti e 29 secondi, sono ancora qui a casa.

All’inizio riuscivo comunque a vedere i miei amici, era un momento per stare insieme, divertirsi e recuperare tutto quello che la scuola ci toglieva. Poi sono arrivati i compiti, tanti compiti, ma sono riuscita a stare al passo.

Dopo qualche settimana, il crollo: il governo ha emanato il Decreto che ha proibito di uscire di casa. Da quel momento, anche l’ingrato compito di accudire il mio “amato” cane è diventato un sogno: è infatti l’unico modo per uscire dalle mie quattro mura.

Poco dopo… Altro colpo: lo Smart Working! Le limitate opzioni da fare a casa si sono ridotte ulteriormente, per la presenza costante dei miei.

Infine, l’ultima goccia: un compleanno indimenticabile. Aspetto per un anno il giorno in cui posso festeggiare con amici e parenti, ma sono costretta a passarlo a casa, senza nessuno di loro.

Quindi, alla fine, una cosa l’ho capita molto bene: “ quarantena = prigione casalinga”.

Ad essere sincera, ho compreso anche altre cose. Senza la scuola, non c’è vacanza! Tutto il tempo che mi ha “tolto”, non l’ho recuperato stando a casa, anzi mi sto annoiando nonostante i compiti incessanti. I miei amici e parenti non ci sono e sto capendo quant’è importante averli vicino. Ho compreso che gli impegni, persino accudire un cane a cui voglio bene, possono avere un lato positivo. Ho rivalutato l’importanza di avere i genitori accanto in questo momento di solitudine forzata.

Comunque, non vedo l’ora che finisca l’emergenza e che al telegiornale diano buone notizie. La speranza di riprendere la mia vita c’è, per ora sono fra parentesi. Come si dice, andrà tutto bene.

Viola Cantoni, 3^B

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 31 Marzo 2020
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