In questi giorni, a scuola,abbiamo parlato di quello che è accaduto il 27 gennaio 1945: l’Armata Russa è entrata nel campo di concentramentodi Auschwitz, liberando i prigionieri, “Pezzi”, come li chiamavano i Tedeschi, che da quel momento tornarono liberi.

In questo periodo ci ripetono continuamente di non dimenticare quello che è successo, ci dicono che dobbiamo evitare che capiti di nuovo e noi, anche se ciò è accaduto 75 anni fa, siamo convinti che si debba passare il Testimone.

Tuttavia, non crediamo che un discorso “facile” sulle condizioni dei deportati o sulle loro sofferenze sia sufficiente per ricordare. Questi discorsi devono essere integrati col fatto che, per noi, è molto più importante ricordare che qualcuno ha riempito i campi di concentramento senza farsi domande.

Se ci concentriamo solo sulle vittime dimentichiamo che la Shoah è avvenuta perché qualcuno si credeva più importante di qualcun altro. Non dobbiamo dimenticare cosa succede quando consideriamo qualcun altro un “pezzo” e non un uomo.

Che sia ebreo, omosessuale, diversamente abile, di etnie o di opinioni (anche politiche) diverse, apparteniamo tutti al genere umano.                                                                                                Questo significa non dimenticare!

Alice Costa e Kristel Ardizzone – 2^B