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“SOS Democrazia sospesa”, in 150 in piazza «per la legalità»

Flash mob "luminoso" durante la manifestazione, con le torce degli smartphone accese - Partecipanti in corteo al parco Falcone e Borsellino

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Consiglio comunale approvazione bilancio 2019, a cura di Antonio Emanuele Pasquale 4 di 42

Servizio di Valeria Arini e Gea Somazzi con la collaborazione di Leda Mocchetti


"SOS Democrazia sospesa", la dimostrazione silenziosa organizzata dal neonato comitato Legalità a Legnano (nella foto a sinistra, il presidente Antonio Guarnieri) per «manifestare a favore della democrazia», ha fatto il bis

Già venerdì 5 aprile circa 300 persone si erano ritrovate davanti a Palazzo Malinverni per chiedere le dimissioni della giunta Fratus dopo le vicende che hanno coinvolto la maggioranza targata Lega-Forza Italia-fratelli d'Italia nelle ultime settimane. E questa sera, giovedì 18 aprile, circa 150 manifestanti (la metà della precedente volta) sono tornati a far sentire il proprio dissenso alle porte del Comune, in occasione della prima seduta di consiglio comunale dopo che la coalizione a sostegno del sindaco Gianbattista Fratus ha riacquistato i numeri per riunirsi validamente

[pubblicita]    In piazza anche alcuni dei consiglieri che questa sera avrebbero dovuto fare ufficialmente il loro ingresso nel Parlamentino cittadino. Come il segretario cittadino del Partito Democratico Michele Ferrazzano, che – oltre a ribadire la compattezza del PD al netto delle mancate adesioni al comitato, frutto «solo di casualità» – ha sottolineato come la nomina al momento non sia stata «nè accettata, nè rifiutata. Continuiamo a sostenere che non riteniamo più valido questo consiglio comunale, per una questione prima di tutto politica: la giunta politicamente non ha più la maggioranza e dovrebbe prenderne atto e trarne le conseguenze. In questo momento riteniamo giusto non salire in consiglio per le ragioni più volte ribadite in questi giorni, poi valuteremo cosa fare nel rispetto delle leggi dello Stato». 

Una presenza silenziosa, quella dei manifestanti, come era stato preannunciato, anche nel rispetto della funzione religiosa che si è svolta nella vicina basilica di San Magno. Ma "luminosa", con le torce degli smartphone dei partecipanti accese per «illuminare il caso», come ha spiegato l'ex consigliere pentastellato Andrea Grattarola. E tra le luci, l'"onda bianca" dei cartelli che recitavano "Legnano al voto"

Dopo il presidio all'ingresso del municipio, i manifestanti si sono spostati in corteo al parco Falcone e Borsellino, «simbolo della legalità e della giustizia».

Proprio nella mattinata di giovedì 18 aprile, peraltro, è arrivata la notizia che il TAR ha rigettato l'istanza di sospensione cautelare avanzata dal comitato e dai dieci dei consiglieri che lo scorso 27 marzo hanno rassegnato le dimissioni.

Anche dopo il decreto del giudice amministrativo, comunque, il Comitato ritiene «questo consiglio comunale illegittimo – come ha sottolineato l'ex presidente del Parlamentino di Palazzo Malinverni Antonio Guarnieri –. Ci siamo ritrovati a manifestare per continuare con la nostra presenza la protesta iniziata giorni fa, che portiamo avanti anche con il comitato, tra i cui obiettivi c'è anche quello di riportare la legalità a Legnano. Stasera non abbiamo partecipato neanche tra il pubblico al Consiglio, perchè non riteniamo lecita la seduta». 

[pubblicita]    «Siamo qui a manifestare perchè è ormai evidente che ci sia un malumore – gli ha fatto eco l'ex assessore Franco Colombo –, nato da una serie di incomprensioni e gesti che a noi non sono piaciuti. Non siamo contenti di come sono andate le cose e ci siamo resi conto che non siamo più i soli a pensarla così. La giustizia è sempre sovrana ma aspettiamo fiduciosi, perchè abbiamo analizzato tutti i documenti e siamo convinti di avere ragione». 

A dare voce alla volontà di andare avanti, indipendentemente dal "verdetto" che arriverà dal TAR il prossimo 8 maggio, anche l'ex consigliere M5S Andrea Grattarola: «Anche con questo provvedimento (il decreto odierno, ndr) la democrazia secondo noi è stata calpestata, ma ci sarà un'alta sentenza e anche se la perderemo siamo sicuri delle nostre ragioni e ricorreremo al Consiglio di Stato. Non possiamo permettere che si crei un precedente antidemocratico, Legnano non lo merita».

Immagini a cura di Antonio Emanuele Pasquale

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 18 Aprile 2019
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