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First Man: alla scoperta di Neil Armstrong

La recensione di J.J.: "Fatevi coinvolgere dal film, alla fine sarete premiati. Sono contento d’aver visto un film di personalità" 

Finalmente, “First Man – Il primo uomo” è uscito. Damien Chazelle, premio Oscar come miglior regista per quel capolavoro di La La Land, ha saputo confermare il suo stato di super filmmaker? Capiamolo insieme. 

Squadra che vince non si cambia. Abbiamo Ryan Rosling, nel ruolo del protagonista Neil Armstrong, alla regia il già citato Chazelle e alla fotografia Linus Sandgren. Per non farsi mancare nulla, il produttore esecutivo è il mostro sacro Steven Spielberg e, dulcis in fundo, Josh Singer, produttore esecutivo e soprattutto sceneggiatore. 

La storia parla da sola: uno degli uomini più importanti della storia dell’uomo. 
Tutto fa pensare a un film gigantesco. 
Lo è? Certo che lo è! 

Il buon Chazelle, vinto tutto quello che si poteva vincere con La La Land, cambia totalmente registro e si dedica ad un genere che non ha nulla a che fare con il musical. 
First Man è un film che va capito. Non è un film di fantascienza.

Lo si evince da un paio di elementi: il continuo uso delle soggettive dei personaggi, la macchina a mano sempre alla ricerca dell’azione, delle emozioni, con primissimi piani “sporchi” che ti lasciano a bocca aperta. 

Questo è un film che vuole far sentire partecipe lo spettatore nella vita del primo uomo che ha camminato sulla luna. 

Questa regia “sporca”, dimenticatevi le inquadrature studiate al millimetro, aiuta molto a farci sentire li con il nostro Armstrong tra la sofferenza e la voglia di dimostrare che può farcela . 

Il film non parla solo di astronauti, dello spazio e della luna. Ci racconta di un padre di famiglia tormentato dalla morte della giovanissima figlia che lo sconvolgerà per tutta la vita. 

La pellicola non è velocissima, qualche volta potrebbe risultare lenta e “noiosetta”, ma più andrete avanti. più apprezzerete. Se vi farete coinvolgere, alla fine sarete premiati. 

Quest’ultima frase è dedicata a quelle persone che, ieri sera, si sono alzate e se ne sono andate dalla sala. Peccato non sanno cosa si sono persi. 

Vorrei tanto spoilerarvi qualche scena che sicuramente non dimenticherò facilmente, ma vi lascio nella curiosità. 

Infine, sono contento d’aver visto un film di personalità, con un proprio punto di vista sulla storia. Spesso, durante il film, pensavo, “questo è un po’ Kubrick”, “questo è un po’ Nolan”, “questo un po’ Spielberg”, ma la verità è che questo è un film di quel giovane talento di Chazelle.

Complimenti a lui!

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 01 Novembre 2018
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