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Serie TV: Netflix colpisce ancora con “Tredici”

Netflix ormai ci abitua a grandi serie tv, Tredici è un'altra perla.

Thirteen Reasons Why, 13 nella traduzione italiana, è una serie Netflix che ha fatto molto scalpore principalmente per i temi trattati.

Prima che come serie tv, Thirteen Reasons Why nasce come romanzo scritto da Jay Asher pubblicato nel 2007.

La trama è abbastanza semplice: a Clay Jensen viene consegnata in maniera anonima una scatola contenente tredici audiocassette registrate da Hannah Baker, una compagna di scuola di Clay che poco tempo prima si era tolta la vita.

Nelle cassette Hannah racconta le sue vicende e gli avvenimenti che l’hanno portata a questa tragica decisione facendo nomi e cognomi, senza vergogna.

Col passare delle cassette Clay inizierà a prendere consapevolezza dell’ambiente scolastico che lo circonda e a cambiare i suoi atteggiamenti.

Netflix colpisce ancora e sforna un prodotto eccellente poiché la serie è scritta e diretta molto bene.

Sa essere appassionante e riflette bene quello che è il bullismo al giorno d’oggi e in qualche modo fornisce un “libretto d’istruzioni” per le ragazze e i ragazzi che si trovano in difficoltà: Hannah (ma anche altri personaggi) fatica a chiedere aiuto o non lo chiede affatto e questa sua scelta la porta ad isolarsi e a prendere una decisione drastica. Questo è anche per sottolineare l’importanza dell’appoggio che possono dare i genitori e gli insegnanti in un’età dove il cambiamento è all’ordine del giorno.

Altri temi importanti che vengono affrontati in maniera esaustiva e senza peli sulla lingua sono lo stalking e lo stupro.

Quest’ultimo soprattutto viene mostrato in maniera cruda e senza filtri e – come per il bullismo di cui si parlava prima – insiste sulla necessità e il dovere di chiedere aiuto.

Nonostante sia pensata per un pubblico molto giovane, gli argomenti e il linguaggio sono duri ed espliciti, mai serviti in maniera delicata o per non urtare la sensibilità dello spettatore.

È una serie che va vista con i genitori, o dai genitori stessi, ma senza che l’angoscia di questi prenda il sopravvento sulla vita dei figli e sulle loro scelte.

È significativo che dopo i 13 episodi ci sia un documentario di circa mezz’ora dove gli attori, i produttori (tra cui la cantante Selena Gomez, idolo delle nuove generazioni), il regista e alcuni specialisti parlano della serie e la raccontano dal loro punto di vista.

Netflix comunque annuncia una seconda stagione di cui non sentivamo la necessità poiché la serie in sé è abbastanza autoconclusiva e la storia potrebbe essere forzata e prendere pieghe un po’ fan-service che rovinerebbero il gran lavoro già fatto.

Martina Strada

Redazione
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Pubblicato il 02 Giugno 2017
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